“Tutto ciò che esiste deriva da Dio. Niente di quello che ci accade – problemi, tentazioni, ferite, tormenti, calunnie o qualsiasi altra cosa che possa capitarci – può quindi disturbarci o lo farà. Piuttosto, siamo felici e teniamo in considerazione queste cose, riflettendo sul fatto che derivano da Dio e ci vengono date come favori, non per odio ma per amore”.
In uno splendido documento che San Giovanni Paolo II ha pubblicato nel 1984 (Salvifici Doloris – Sul senso cristiano della sofferenza umana) e che ho usato come punto di partenza per il mio libro sulla sofferenza, il papa offriva un’estesa meditazione su un passo tratto dalla lettera di San Paolo ai Colossesi: “Completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa” (1, 24). Il significato della sofferenza umana si può ritrovare nella sofferenza come partecipazione alla Passione di Cristo.
Nel caso in cui ve lo steste domandando, sto ancora lavorando su quella risposta – a livello analitico e intuitivo.
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Russell Shawè autore o coautore di 21 libri e di numerosi articoli e recensioni. È membro del corpo docente della Pontificia Università della Santa Croce di Roma ed ex segretario per gli Affari Pubblici della Conferenza dei Vescovi Cattolici degli Stati Uniti.
[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]
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