«Muovendo dalla considerazione – si legge – che “la relazione di coppia è affare privato” e “ci sono diversi modi di essere famiglia”, secondo l’OUA “gli unici principi orientativi della materia possono e debbono essere il principio di uguaglianza e divieto di discriminazione, e la tutela del diritto alla vita familiare, conformemente al diritto europeo che siamo tenuti a rispettare”. Ciò naturalmente “nella consapevolezza che i diritti non dovrebbero offendere nessuno” e che ciò che conta ormai è “la scelta di voler essere genitori” e l’esistenza di un “progetto genitoriale”. Quest’ultimo ridotto, dunque, ad una sorta di scatola vuota in grado di legittimare qualsiasi aspirante all’adozione. Ne emerge una inammissibile prospettiva adultocentrica in luogo del “preminente interesse del minore”».
SI VIOLA UN PRINCIPIO DEL DIRITTO
Questa posizione «non è condivisibile dal momento che la materia del diritto minorile e, nello specifico, la disciplina dell’adozione non possono mai prescindere dalla tutela dell’interesse del minore, soggetto debole e indifeso, dunque sempre e comunque da garantire».
SVILUPPO SERENO E ARMONIOSO
In ogni caso, prima di procedere all’ampliamento delle categorie dei legittimati all’adozione, sottolinea chi si oppone al documento sottoscritto a nome dell’OUA, che «si impone, nell’ottica irrinunciabile della tutela del minore, la valutazione imprescindibile e rigorosa delle possibili conseguenze ed effetti di un siffatto ampliamento sulla crescita e lo sviluppo sereno e armonioso del minore stesso».
STABILITA’ AFFETTIVA E RELAZIONALE
Da sempre, prosegue la nota promossa da Lombardelli, «gli studi e l’esperienza hanno confermato come la crescita del bambino presupponga e richieda stabilità affettiva e relazionale. Se è vero che il matrimonio non offre ad oggi una sicura garanzia, nondimeno la sua presenza è quantomeno sintomatica di una assunzione reciproca di responsabilità in capo ai coniugi e di un progetto duraturo di vita comune».
ESTREMA FRAGILITA’
Numerosi studi scientifici «hanno rilevato inoltre l’importanza delle due figure genitoriali complementari e le conseguenze di tale mancanza nello sviluppo educativo e nella costruzione della personalità da parte del minore che – ricordiamolo – in quanto in stato di abbandono, è in una situazione di estrema fragilità, è un soggetto già ferito e provato dalla vita negli affetti e nelle certezze che costituiscono le colonne di una personalità».
PRINCIPIO DI PRECAUZIONE
In ogni caso, ragionano i sottoscrittori della petizione anti-adozioni gay, «assumendo per vera l’ipotesi sostenuta dall’OUA (“D’altra parte senza dati scientifici che per quanto riguarda i genitori di fatto, omogenitoriali o monogenitoriali, comprovino che l’inserimento di un minore in tali contesti crei pregiudizio (…)”), l’estrema delicatezza della questione, impone necessariamente che anche in mancanza di evidenze scientifiche si adotti il principio che regge e guida numerosi settori dell’ordinamento, il “principio di precauzione”: se non si può rischiare con l’ambiente, a maggior ragione con dei bambini fragili, deboli, per di più già feriti».