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Avvocati contro le adozioni gay: viene prima l’interesse del minore

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Gelsomino Del Guercio - Aleteia - pubblicato il 11/08/16

In 200 firmano la petizione: «Si rischia di non rispettare il preminente interesse del minore, prevalga invece il principio di precauzione»

Adozioni gay: in pochi sono al corrente del fatto che il 13 giugno scorso l’Organismo Unitario dell’Avvocatura (OUA), vale a dire l’organismo di rappresentanza politica dell’avvocatura italiana, è stato ascoltato dalla Commissione Giustizia della Camera dei Deputati, sull’ “Indagine conoscitiva sullo stato di attuazione delle disposizioni legislative in materia di adozione ed affido”.

Nel corso dell’audizione è stato consegnato un documento di osservazioni e proposte, nel quale auspica e propone l’apertura delle adozioni anche a single, conviventi di fatto e coppie omosessuali.

Da qui la proposta di una modifica della legge 184/83 che disciplina l’adozione. Il documento afferma che la società è in continua evoluzione anche sul piano familiare e quindi gli avvocati non possono che prenderne atto. Dalla corretta registrazione di un dato sociologico si passa indebitamente all’avallare giuridicamente tale dato, anche se ,dal punto di vista antropologico ed etico, più che una evoluzione si tratta di una involuzione (La Nuova Bussola Quotidiano, 7 agosto).

IL PARADOSSO DELL’OUA

Sul documento, però, l’OUA si è diviso. L’avvocato Lorena Lombardelli non condividendo tale posizione, ha avviato una petizione per esprimere la contrarietà al documento portato in audizione alla Camera.

Ed è stato stilato un nuovo documento, presentato ai vertici dell’OUA, che ad oggi conta circa 200 sottoscrizioni, tra cui si segnalano illustri personalità del mondo giuridico (come il Prof. Mauro Ronco, Presidente del Centro Studi Rosario Livatino, già componente del Consiglio Superiore della Magistratura, ordinario di diritto penale presso l’Università’ di Padova; l’Avv. Gianfranco Amato, Presidente dei Giuristi per la Vita) e aperto alla possibilità di ulteriori adesioni.

IL PREMINENTE INTERESSE DEL MINORE

Secondo i 200 sottoscrittori del nuovo documento, il primo paradosso del documento OUA è che «alla formale dichiarazione d’intenti di garantire l’effettività della tutela dei minori, fa immediato seguito la messa da parte proprio del “preminente interesse del minore”».

«Muovendo dalla considerazione – si legge – che “la relazione di coppia è affare privato” e “ci sono diversi modi di essere famiglia”, secondo l’OUA “gli unici principi orientativi della materia possono e debbono essere il principio di uguaglianza e divieto di discriminazione, e la tutela del diritto alla vita familiare, conformemente al diritto europeo che siamo tenuti a rispettare”. Ciò naturalmente “nella consapevolezza che i diritti non dovrebbero offendere nessuno” e che ciò che conta ormai è “la scelta di voler essere genitori” e l’esistenza di un “progetto genitoriale”. Quest’ultimo ridotto, dunque, ad una sorta di scatola vuota in grado di legittimare qualsiasi aspirante all’adozione. Ne emerge una inammissibile prospettiva adultocentrica in luogo del “preminente interesse del minore”».

SI VIOLA UN PRINCIPIO DEL DIRITTO

Questa posizione «non è condivisibile dal momento che la materia del diritto minorile e, nello specifico, la disciplina dell’adozione non possono mai prescindere dalla tutela dell’interesse del minore, soggetto debole e indifeso, dunque sempre e comunque da garantire».

SVILUPPO SERENO E ARMONIOSO

In ogni caso, prima di procedere all’ampliamento delle categorie dei legittimati all’adozione, sottolinea chi si oppone al documento sottoscritto a nome dell’OUA, che «si impone, nell’ottica irrinunciabile della tutela del minore, la valutazione imprescindibile e rigorosa delle possibili conseguenze ed effetti di un siffatto ampliamento sulla crescita e lo sviluppo sereno e armonioso del minore stesso».

STABILITA’ AFFETTIVA E RELAZIONALE

Da sempre, prosegue la nota promossa da Lombardelli, «gli studi e l’esperienza hanno confermato come la crescita del bambino presupponga e richieda stabilità affettiva e relazionale. Se è vero che il matrimonio non offre ad oggi una sicura garanzia, nondimeno la sua presenza è quantomeno sintomatica di una assunzione reciproca di responsabilità in capo ai coniugi e di un progetto duraturo di vita comune».

ESTREMA FRAGILITA’

Numerosi studi scientifici «hanno rilevato inoltre l’importanza delle due figure genitoriali complementari e le conseguenze di tale mancanza nello sviluppo educativo e nella costruzione della personalità da parte del minore che – ricordiamolo – in quanto in stato di abbandono, è in una situazione di estrema fragilità, è un soggetto già ferito e provato dalla vita negli affetti e nelle certezze che costituiscono le colonne di una personalità».

PRINCIPIO DI PRECAUZIONE

In ogni caso, ragionano i sottoscrittori della petizione anti-adozioni gay, «assumendo per vera l’ipotesi sostenuta dall’OUA (“D’altra parte senza dati scientifici che per quanto riguarda i genitori di fatto, omogenitoriali o monogenitoriali, comprovino che l’inserimento di un minore in tali contesti crei pregiudizio (…)”), l’estrema delicatezza della questione, impone necessariamente che anche in mancanza di evidenze scientifiche si adotti il principio che regge e guida numerosi settori dell’ordinamento, il “principio di precauzione”: se non si può rischiare con l’ambiente, a maggior ragione con dei bambini fragili, deboli, per di più già feriti».

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