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Un angelo all’Hellfest, il chitarrista che ha riscoperto la fede

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Incontro con Brian Head Welch, chitarrista del gruppo Korn © Marie-Clothilde Bailbé

Marie-Clothilde Bailbé - pubblicato il 09/08/16

Brian "Head" Welch, chitarrista dei Korn, ha trovato Cristo dopo anni di tenebre

Dalle tenebre alla luce: droghe, alcol e solitudine: dopo aver attraversato un vero e proprio inferno, Brian “Head” Welch, chitarrista e cofondatore del gruppo Korn, ha infine trovato la fede, grazie a una chiesa protestante. La confessione di un uomo nuovo, resuscitato:

Il suo prossimo libro, With My Eyes Wide Open, sarà pubblicato a novembre in Francia © Marie-Clothilde Bailbé

Aleteia: Potresti parlarci del tuo incontro con Cristo?

Brian Welch: Sebbene ricco e famoso, nel profondo del mio essere mi sono sempre sentito terribilmente vuoto. Non ero altro che un’ombra in cerca di droga e alcol, che vagava senza meta con una sola idea per la testa: morire. Ma prima di farla finita ho voluto attraversare un’ultima porta, la porta di una chiesa. Di Gesù sapevo soltanto una cosa, che forse avrebbe potuto calmare la mia sofferenza e alleviare la mia anima. Da quel momento avevo soltanto una domanda in testa: “È reale o no?”. Ho quindi iniziato a pregare per la prima volta, a leggere la Bibbia, a parlare con dei cristiani sull’importanza di vivere la propria fede. E alla fine ho trovato la risposta alle mie domande: Lui è molto reale.

È cominciata così la tua nuova vita da cristiano, e hai ricevuto il battesimo nel fiume Giordano, giusto? Parlaci di questa esperienza.

Ovviamente quel giorno mi sono sentito diverso, ma era semplicemente una conseguenza logica di un processo durato 8 anni, durante il quale ho potuto sperimentare pienamente gli effetti delle mie decisioni in questa nuova vita che si è aperta davanti a me.

Brian Welch e una della sue fan all’Hard Rock Café di Parigi © Marie-Clothilde Bailbé
Il tuo secondo libro, Stronger: Forty Days of Metal and Spirituality, è stato da poco pubblicato in Francia. È basato su 40 versetti biblici. Cosa rappresenta la Bibbia per te
Quando si incontrano dei credenti ferventi, chi è un profano – come ero io – potrebbe provare una sorta di rifiuto. Ma oggi ho soltanto un’idea in mente: abbattere questa barriera per far avvicinare ancora di più le persone alla Bibbia, affinché sia ancora più letta: è un libro magnifico!

Se dovessi scegliere un versetto della Bibbia per descrivere la tua vita, quale sarebbe?

È una domanda difficile, perché se dipendesse da me li sceglierei tutti! Ma se dovessi proprio sceglierne uno, sarebbe sicuramente dal Vangelo di Matteo: “Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò” (11: 28-30). La mia vita era interamente composta da inquietudine e depressione. Ovviamente ciò di cui avevo bisogno non era un riposo fisico, avevo bisogno di calma interiore per cominciare da capo una vita serena.

E se dovessi scegliere una canzone?

Sono sincero, non mi piace fare promozione della mia musica. Ma se dovessi scegliere una canzone che ho cantato e che si allinea perfettamente alle esperienze vissute, sarebbe Save me from myself. Quando inizio ad ascoltarla, non riesco a trattenere le lacrime.

Il vangelo di Matteo dice (4:18-22) “Seguitemi, vi farò pescatori di uomini”. Pensi sia possibile diffondere la Parola di Dio e avere influenza sulle persone attraverso la tua musica e i tuoi libri, diventando quindi un pescatore di uomini?

Certamente. Siamo più numerosi dei tempi di San Matteo. Credo che al giorno d’oggi Dio ci abbia dato gli strumenti per diffondere la Buona Novella al mondo intero, attraverso i mezzi di comunicazione, internet, la musica… Qualsiasi siano i mezzi a nostra disposizione, dobbiamo usarli!

E leggi spesso la Bibbia?

Inizialmente la leggevo tutti i giorni, per ore. Volevo conoscerla tutta, e soprattutto volevo che diventasse parte di me. Adesso che siamo “uno”, ammetto di leggerla meno frequentemente. Ma non per questo mi dimentico di farlo. Non è un insieme di regole che dettano il comportamento da seguire, ma è piuttosto un libro che ci lega a Dio. La Bibbia ci permette di avere una relazione viva con Lui.

Il chitarrista dei Korn racconta la sua storia davanti ai fan © Marie-Clothilde Bailbé

Nell’ultimo libro With My EyesWideOpen (che uscirà a novembre), parli molto della tua calma interiore, di un equilibrio recuperato. È inoltre un sequel del tuo primo libro Save me from myself, ma cosa è cambiato nel frattempo nella tua vita?

All’epoca pensavo che essere ricchi e famosi fosse la cosa più importante. Ho partecipato a tantissime feste, dove ho fatto abuso di alcol e droga. Guardando indietro, mi rendo conto che mi sbagliavo in pieno. Tutta la mia vita era in frantumi, e avevo lacerato anche l’esistenza di chi amavo. Ma quando ho incontrato Dio, Lui ha avuto la capacità di rimettere la mia vita in ordine. Mi riferisco soprattutto al mio rapporto con mia figlia, ma anche a quello con il gruppo e con i miei sostenitori. Con questo libro, in cui ho provato a scrivere della mia vita personale in modo quanto più sincero possibile, ho voluto essere di testimonianza per gli altri, per far capire che non è mai troppo tardi per rialzarsi, anche se si è toccato il fondo!

A giugno hai partecipato all’Hellfest. Alcuni cristiani hanno firmato delle petizioni per vietare il festival, che ne pensi?

Per secoli alcuni credenti hanno voluto mettere “ordine” nelle chiese, non finendo mai di giudicare il prossimo. Nessuno, in un modo o nell’altro, è perfetto. Siamo tutti costantemente in lotta tra il bene e il male. Ecco perché è importante rimanere uniti; se io posso evangelizzare a modo mio in un ambiente che a volte mette a disagio gli altri, quale è quello della musica metal, allora perché non farlo?

La tua musica è cambiata da quando ti sei aperto alla spiritualità?

Quando ho abbandonato i Korn nel 2005 ho voluto provare ad andare da solo. Poi mi sono unito al gruppo Love and Death e ho registrato l’album Save me from myself. In questo album ho messo insieme delle canzoni che ho a cuore, perché parlano della mia conversione e della mia nuova vita da cantante in un gruppo metal cristiano! È innegabile che la mia musica abbia avuto un’evoluzione, soprattutto nella composizione del mio dodicesimo album, Between here and lost, uscito nel 2013. Non mi stancherò mai di ripeterlo, questi temi rappresentano una delle tappe più belle della mia vita.

Come fai conciliare il fatto di essere una stella del rock e la tua vita di fede?

Dipende tutto da come si vive la propria relazione con l’una o con l’altra cosa. Non bisogna dimenticare che Dio è ovunque, anche su un palco o nella strada. Lui è sempre al mio fianco, ed è gentile con me. Non ho paura di dirlo, è molto facile combinare le due cose.

Riesci a trovare del tempo, durante i tour con il gruppo, per unirti a Dio spiritualmente?

Sí, perché ogni giorno mi prendo del tempo per parlare con Lui. Anche se devo ammettere che stamattina ho fatto un fatica a pregare, e Lui mi ha dato del pigro! (ride) È strano, faccio parte di questo gruppo di persone abbastanza rare che passano ore contemplando Dio, pregando, perché Dio è amore.

Brian Welch ha trovato Dio © Marie-Clothilde Bailbé

Hai mai dubitato di Gesù, anche dopo la tua conversione?

Sono sincero, ho avuto dei momenti di dubbio. Soprattutto quando mia figlia ha provato a togliersi la vita. Mi sono sentito completamente abbandonato, ma tuttavia ho continuato a pregare giorno e notte. Ho lasciato ogni cosa per lei, ho messo da parte la mia carriera per potermi prendere cura di lei, essere vicino a lei per renderla felice. Ma purtroppo è successo esattamente il contrario. In quei momenti mi sono chiuso in una stanza e ho supplicato il Signore: “So che sei presente e che mi ascolti, ma non capisco ciò che sta succedendo. Aiutami, ho bisogno di te”.

E adesso che sei padre e che hai delle responsabilità, che consigli potresti dare agli adolescenti che ti ascoltano?

Io ho conosciuto la soluzione ai miei problemi, in un periodo che mi ha aiutato a fare tabula rasa degli anni oscuri della mia vita e delle parole negative cantate nel gruppo Korn. Quello che desidero per i giovani è che abbiano l’opportunità di incontrare il Signore, e che Lui li guidi lungo la retta via. Quando si è giovani, si hanno molte opinioni sbagliate. La prova è che i miei fan pensavano, vedendomi, che io avessi tutto ciò che serve per essere felice; ma erano solo apparenze, non potevano immaginare la sofferenza che mi ha dato ciò che ho vissuto. So che molti hanno vissuto le mie stesse esperienze e si identificano in quello che sto dicendo, ecco perché li invito ad aprire il proprio cuore a Dio.

Save me from myself, di Brian «Head» Welch – Acquista il libro su Amazon

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[Traduzione dallo spagnolo a cura di Valerio Evangelista]

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