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Stati Uniti, i vescovi agli elettori: difendere vita, famiglia e poveri

Vatican Insider - pubblicato il 08/08/16

«Tenere in considerazione la dimensione morale ed etica della politica»: è l’invito che arriva dalla Conferenza episcopale degli Stati Uniti attraverso il documento intitolato “Formare le coscienze per una cittadinanza fedele”. Diffuso sul sito web dei vescovi Usa, il dossier informativo arriva, riferisce Radio Vaticana, mentre nel Paese prosegue la campagna elettorale per le presidenziali che vede sfidarsi il repubblicano Donald Trump e la democratica Hillary Clinton. Il voto per eleggere il successore di Barack Obama alla Casa Bianca si terrà l’8 novembre.  

In primo luogo, il documento invita a non guardare «ai partiti o alle ideologie», quanto piuttosto «a tutto ciò che protegge o minaccia la dignità umana». Di qui, il richiamo ai candidati a puntare innanzitutto al bene comune e non agli interessi particolari di partito, così da permettere all’intera nazione di svilupparsi. E per fare questo, la Conferenza episcopale degli Stati Uniti suggerisce dieci punti che le autorità politiche, e tutta la società, non devono trascurare.  

Al primo posto, i vescovi pongono la difesa dei più deboli, ribadendo il loro no all’aborto e sottolineando la necessità di fornire alle donne che si trovano alle prese con una gravidanza difficile «il sostegno necessario per prendere una decisione in favore della vita».  

Dalla difesa del nascituro lo sguardo dei presuli si allarga alla difesa della vita in generale e per questo viene ribadita la necessità di non ricorrere a eutanasia e suicidio assistito per affrontare la malattia e la disabilità, di non distruggere gli embrioni umani in nome della ricerca, di non praticare la pena di morte per combattere la criminalità e non ricorrere, in modo imprudente, alla guerra nelle controversie internazionali.  

Come terzo punto, poi, i vescovi Usa chiedono di «proteggere la concezione fondamentale del matrimonio come unione fedele ed indissolubile tra un uomo ed una donna, in quanto istituzione centrale della società». Forte anche «la promozione della complementarietà dei sessi e il respingimento della falsa ideologia del `gender´», attraverso un migliore sostegno morale, sociale ed economico alla famiglia, affinché i genitori siano aiutati dallo Stato a crescere i propri figli «nel rispetto della vita e secondo solidi principi morali». Al quarto posto, la Chiesa statunitense pone l’auspicio di «una riforma globale dell’immigrazione» che offra ai migranti un percorso di cittadinanza, «impedendo la separazione delle famiglie, garantendo l’integrità dei confini, rispettando lo Stato di diritto ed affrontando i fattori che scatenano l’emigrazione dai Paesi d’origine».  

Dedicato alla povertà è, invece, il quinto punto in cui i presuli richiamo la necessità di garantire ai cittadini un lavoro dignitoso, salari giusti e assistenza adeguata soprattutto ai più vulnerabili. L’obiettivo primario sarà anche quello di «superare la fame e l’indigenza nel mondo», attraverso la riduzione del debito estero per i Paesi in via di sviluppo. E ancora: il sesto punto si sofferma sull’assistenza sanitaria e chiede che essa sia rispettosa della vita, della dignità umana e della libertà religiosa, mentre il settimo punto ribadisce l’opposizione della Chiesa statunitense a «politiche che riflettono pregiudizi, ostilità verso gli immigrati, fanatismo religioso ed altre forme di ingiusta discriminazione». Infine, gli ultimi tre punti del documento episcopale chiedono alle famiglie, alle strutture economiche e al governo di «sconfiggere la povertà, perseguire il bene comune e salvaguardare il Creato, nel pieno rispetto delle persone, dei loro diritti ed in accordo con le loro convinzioni religiose». Si ribadisce, inoltre, l’importanza di stabilire e rispettare «i limiti morali» per l’uso della forza militare, esaminandone gli scopi ed i costi, soprattutto umani, con un’attenzione speciale «alla ricerca di una soluzione responsabile ed efficace per porre fine alla persecuzione dei cristiani e di altre minoranze religiose in Medio Oriente». Il documento si conclude con un appello a tutto il mondo affinché «venga perseguita la pace e custodita l’umanità». 

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