Monsignor Gianbattista Bettoni, referente delle Missioni Cattoliche Italiane in Belgio ricorda, come ogni anno l’otto agosto, la tragedia della miniera di Marcinelle dove morirono 262 persone, tra cui 136 italiani. «Un dramma dell’emigrazione italiana, ma anche un momento importante e significativo per le comunità di origine straniera del Belgio, e per il Belgio stesso», spiega il sacerdote nella “Giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo”, celebrata dall’ 8 agosto 2001.
Il 60° anniversario della tragedia – avvenuta nel 1956 – coincide con il 70° del patto bilaterale tra Italia e Belgio, che nel 1946 ha dato “un nuovo inizio” al flusso migratorio italiano nel Paese fiammingo. Per ricordare la “catastrophe”, il 6 agosto a Marcinelle è stato ricreato l’ambiente del 1956 tramite l’utilizzo di veicoli privati e pubblici, costumi dell’epoca ed una mostra di disegni.
È stata inoltre inaugurata una targa in onore di Lettomanoppello, il paesino abruzzese che ha pagato il più alto tributo in vite umane nella tragedia. Inoltre ieri è stata trasmessa sulle reti belghe e francesi la messa in onore delle vittime, celebrata dal decano locale con la presenza di sacerdoti delle comunità italiane e belghe .
Nel giorno del ricordo, la campana “Madre degli orfani” ha rintoccato diverse volte questa mattina. Sono inoltre stati pronunciati i nomi di tutte le 262 vittime, seguiti da canti eseguiti da cori e i discorsi ufficiali. Corone di fiori sono state deposte al monumento dei minatori. Tra i presenti, oltre alle famiglie e a numerosi spettatori, il presidente del Senato Pietro Grasso, l’ambasciatore e i consoli italiani, i sindaci delle comunità colpite dalla sciagura, le associazioni di ex minatori sia del Belgio che dalla vicina Francia.