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“Inaccettabile che tanti civili muoiano in Siria”

Vatican Insider - pubblicato il 08/08/16

Basta con la strage degli innocenti in Siria. Monito di Francesco contro «violenze e cattiverie».«Attendere l’eterno non dispensa dal dover migliorare il mondo, tanti si comportano come padroni della vita degli altri», afferma il Pontefice all’Angelus. Poi nella catechesi domenicale del Papa della misericordia irrompe l’allarme umanitario e geopolitico per l’assedio di Aleppo. «È inaccettabile che in Siria tante persone inermi, anche tanti bambini, debbano pagare il prezzo del conflitto. Il prezzo della chiusura di cuore e della mancanza della volontà di pace dei potenti – avverte – Purtroppo continuano ad arrivare notizie di vittime civili della guerra, in particolare da Aleppo, siamo vicini con la preghiera e la solidarietà ai fratelli e alle sorelle siriani, e li affidiamo alla materna protezione della Vergine Maria».

Jorge Mario Bergoglio mette in guardia dall’egoismo («il denaro non ce lo possiamo portare quando muoriamo») ed esorta a «dare valore all’elemosina come opera di misericordia». Il Pontefice invita i fedeli a «non riporre la fiducia nei beni effimeri».

Un richiamo a «usare le cose senza attaccamento ed egoismo, ma secondo la logica di Dio, la logica dell’attenzione agli altri, la logica dell’amore». È questo l’insegnamento di Gesù ai suoi discepoli riguardo all’atteggiamento da assumere in vista dell’incontro finale. «Gesù spiega come l’attesa di questo incontro deve spingere ad una vita ricca di opere buone». Il Pontefice ricorda le parole di Cristo: «Vendete ciò che possedete e datelo in elemosina, fatevi borse che non invecchiano, un tesoro sicuro nei cieli, dove ladro non arriva e tarlo non consuma». Infatti «possiamo avere tante cose essere tanto attaccati al denaro, averne tanto, ma alla fine il denaro non possiamo portarlo con noi: ricordiamo che il Sudario non ha tasche».

Francesco indica l’importanza di essere «vigilanti nella notte». L’attesa della beatitudine eterna «non ci dispensa dall’impegno di rendere più giusto e più abitabile il mondo». Anzi, «proprio questa nostra speranza di possedere il Regno nell’eternità ci spinge a operare per migliorare le condizioni della vita terrena, specialmente dei fratelli più deboli». Francesco mette in luce la necessità di fare l’elemosina, di essere vigilanti e di non comportarsi «come i padroni delle vite degli altri».  A proposito dell’atteggiamento dell’amministratore di cui narra il Vangelo, il Papa osserva che «questa scena descrive una situazione frequente anche ai nostri giorni: tante ingiustizie, violenze e cattiverie quotidiane nascono dall’idea di comportarci come padroni della vita degli altri e noi abbiamo un solo padrone che anche non gli piace di chiamarsi padrone, gli piace che gli diciamo Padre, ma noi siamo servi, peccatori tutti, figli, ma lui è l’unico padre». Un’esortazione ad agire «secondo la logica di Dio, la logica dell’attenzione agli altri, la logica dell’amore». 

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