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Il nunzio a Damasco: “Qui è guerra per procura”

Vatican Insider - pubblicato il 08/08/16

«Qui si tocca con mano come purtroppo la Siria sia divenuta un campo di battaglia per interessi geopolitici regionali e internazionali. Sempre di più è diventato evidente che è una guerra per procura; è una guerra molto complicata e qui si esigerebbe – come dice anche il Papa – una volontà più forte, più decisa da parte dei potenti per poter calmare questa terribile guerra».  

È quanto afferma alla Radio Vaticana il nunzio apostolico a Damasco, monsignor Mario Zenari, commentando l’appello per la pace in Siria lanciato ieri da papa Francesco puntato il dito contro «la mancanza della volontà di pace dei potenti». 

«Il Papa adopera delle parole forti – sottolinea il nunzio -: “è inaccettabile, dice, che tante persone inermi, civili e soprattutto tanti bambini paghino il prezzo di questo conflitto”. E qui vorrei ricordare anche il continuo richiamo delle Nazioni Unite ai belligeranti, il grave obbligo che hanno i belligeranti di rispettare il diritto umanitario internazionale, a cominciare dalla protezione dei civili. Ban Ki-moon non cessa di ripetere che anche la guerra ha delle regole. Purtroppo, per quanto riguarda la protezione dei civili, si è rivelato un fallimento in questi cinque anni e mezzo di guerra: se pensiamo che quotidianamente sono colpiti ospedali, scuole, mercati popolari, addirittura campi profughi, chiese, moschee; se pensiamo che la popolazione civile innocente è stata più volte ormai nel corso degli ultimi tre anni vittima, per esempio, dell’arma chimica: la comunità internazionale ha accertato, purtroppo, l’uso di questa arma chimica anche se non ha ancora individuato i colpevoli».  

Poi, prosegue Zenari, «ancora vorrei ricordare la popolazione civile inerme, innocente, vittima dell’arma della fame: se pensiamo alle circa 600 mila persone assediate e poi ancora ai circa cinque milioni che vivono in località di difficile accesso a causa della guerra; ancora, vorrei ricordare la popolazione civile in alcune zone vittime dell’arma della sete: pensiamo ad Aleppo dove qualche mese fa sono state chiuse le condutture dell’acqua; pensiamo ancora ai medicinali, alle volte anche questi usati come arma: in alcune località è vietato l’accesso ai medicinali, agli strumenti chirurgici». 

«E poi tra queste vittime civili – come ben ricorda il Papa – ci sono i bambini: e qui fino a un anno fa, le statistiche parlavano di circa 14 mila vittime tra i bambini e i minorenni morti in Siria, ai quali poi vanno aggiunti quelli morti nelle traversate del mare, alcuni di questi bambini morti per fame, diversi mutilati», aggiunge il nunzio. «Quindi – conclude – direi che questo richiamo del Papa è molto, molto opportuno».  

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