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I miracoli interiori che opera la Vergine Maria

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© Marko Vombergar / ALETEIA

padre Carlos Padilla - pubblicato il 05/08/16

La purezza non è tanto nelle cose, nei fatti, fuori da me, quanto nello sguardo che ho

Quando guardo Maria, Maria guarda la mia povertà.

Guardo Lei come la donna piena di luce, di vita, di speranza. La donna contenuta, custodita, sigillata come il luogo più sacro in cui Dio è venuto a nascere. Mi commuove diventare bambino tra le sue mani.

Non mi sento immacolato. Vedo il peccato e la piccolezza. Sono tanto lontano da quello che sogno! Mi colpisce la fragilità dei miei passi.

Guardo Maria, la sua purezza, la sua verginità, la sua appartenenza totale a Dio senza smettere di appartenere a tutti gli uomini, a tutti i suoi figli.

Mi è chiaro che appartenere a Dio non mi toglie nulla, mi dà tutto. Non mi priva di amare, mi insegna ad amare. Maria me lo fa capire chiaramente. La sua appartenenza a Dio mi si mostra come un cammino. Il suo essere immacolato si manifesta in quell’amore indiviso.

Quando è diviso il mio cuore? Non quando amo molte persone, ma quando amo male, con egoismo. Come diceva San Francesco, “il contrario dell’amore non è l’odio, ma il possesso”.

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L’amore vero libera, nobilita, fa crescere, riempie l’anima. L’amore egoista possiede, trattiene, teme di perdere, è geloso, ha invidia.

Guardo Maria e mi piacerebbe guardare gli uomini come Lei guarda me. Mi restituisce la mia dignità quando la perdo.

Prego come quella persona che diceva: “Non voglio perdere la purezza dello sguardo. A volte la perdo. Il cuore ferito serba rancori che non dimentica. Mi fa paura diventare rancoroso, custodire oscurità nell’anima. Voglio confidare di nuovo, Gesù. Voglio credere che Tu puoi tutto”.

Quello sguardo che trasforma il mio sguardo. Il mio modo di vedere le cose, di viverle, di pensarle.
Forse la purezza non è tanto nelle cose, nei fatti, fuori da me, quanto nello sguardo che ho sulla vita. La purezza nasce dall’interiorità, dal più profondo del mio cuore. Lì dove solo Dio abita e parla, nel punto più sacro. Lì dove lo lascio entrare, quando mi lascio toccare dalle sue mani.
Mi piacerebbe che il mio amore per Maria cambiasse completamente il mio cuore. Diceva San Vincenzo Pallotti: “Maria ci ama immensamente. Per questo vogliamo donarci completamente a Lei. Così con le nostre parole e le nostre azioni saremo apostoli entusiasti. Siamo figli e apostoli di Maria. Pieni di fiducia in Dio ci sforzeremo di trasformarci tanto in Lei che il nostro cuore, le nostre emozioni, le nostre parole e i nostri sguardi, i nostri passi, tutto, assolutamente tutto quello che faremo o smetteremo di fare, appartengano a Lei”.
È il miracolo più profondo, meno visibile, più vero. La trasformazione che non è effimera, ma duratura. Quella che inizia da dentro. Da dentro verso il fuori.

Le forme a volte possono non incanalare la vita. Possono essere solo espressioni vaghe di una vita che va in dentro. Quando le forme custodiscono la vita, allora sì che hanno senso. Quando la vita si allontana dalle forme, queste diventano rigide e smettono di avere tanto senso.

Maria mi insegna a guardare la mia vita in profondità. Padre Josef Kentenich parlava così di Maria citando San Vincenzo Pallotti: “Era solito dire, indicando l’immagine di Maria: ‘Lei è la grande Missionaria, opererà miracoli’. Si riferiva a miracoli di trasformazione morale, insieme alla grazia del radicamento e della fecondità apostolica”.

Maria opera miracoli. Mi manca la fede. Per vedere immacolata la mia vita piena di mancanze. Per vedere la purezza nel mio sguardo che si sofferma su ciò che è impuro. Per vedere come gettare luce in ambienti in cui regni Maria.

Vorrei vivere nel mio cuore grandi miracoli. Non li ho vissuti qualche volta? Se sono sincero, riconosco tutto ciò che Maria ha fatto nella mia vita. Quando mi sono aperto a Lei e al suo potere. Quando le ho consacrato tutto ciò che ho e che sono. I miei sogni e i miei desideri. I miei pensieri più personali.

Ho bisogno di più fede per credere nei miracoli. Lei compie miracoli interiori.Se la lascio agire. Mi commuove il sì di Maria. Nell’annunciazione apre la porta del suo cuore a Dio. In realtà l’aveva aperta da sempre. Ma quel giorno dice sì a Dio che è alla porta e bussa.

È quello che celebriamo pensando a Maria. Lei, la donna piena di Dio, dice di sì. Non può peccare perché in Lei tutto è armonia. Non è divisa. Non può commettere il male. Non può fare danno a Dio. Non può fare danno né a se stessa né agli uomini.

È piena dello Spirito, di grazia. Ma ha bisogno di dire sì a Dio, al suo volere. Ha bisogno di scoprire il volere di Dio e di abbracciarlo.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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