Jerika Bolen vuol staccare il respiratore. Il suo destino riguarda tutti noi
Non ha mai camminato e può utilizzare solo le mani. Nei “giorni buoni”, il suo livello di dolore è 7 su 10. Anche se ha una famiglia unita e viene assistita a livello infermieristico, ha deciso di averne abbastanza. Dopo un’estate di divertimento che include un periodo presso il campo estivo per malati di distrofia muscolare e un ballo di fine anno, il desiderio di Jerika Bolen è entrare in un hospice, scollegare il ventilatore che attualmente deve usare 12 ore al giorno per rimanere in vita e aspettare di morire.
Jerika Bolen ha 14 anni. Per alcuni è diventata il nuovo volto del movimento a favore del suicidio assistito, che in alcuni Paesi afferma che se si ha una malattia molto grave e si soffre moltissimo si dovrebbe avere la possibilità di scegliere le circostanze della propria morte, in altri ritiene che anche essere depressi sia un buon motivo per scegliere di morire.
Jerika non è depressa, e la sua vita non è priva di amore e amicizie: al contrario, la ragazza è molto amata da amici e familiari. Soffre molto, però, e la sua è una condizione degenerativa; anche se non ci sono stati forniti tutti i dettagli medici del caso, ci è stato detto che alla fine non riuscirà più a parlare e che il tempo in cui deve stare attaccata al ventilatore aumenterà fino a quando non ne avrà bisogno per tutta la giornata. Sta morendo, ma la sua è una morte lenta.
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