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7 passi semplici e pratici per essere umili

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Pildorasdefe.net - pubblicato il 04/08/16

1. Cerca di scoprire il meglio di ciascuno

Tra tutte le virtù, l’umiltà può essere considerata una delle più difficili da raggiungere. Tutta la letteratura sul tema non fa che ripetercelo.

Ricordiamo sempre frasi di grandi uomini come Ruskin (“Sono convinto che la prima prova di un grand’uomo consista nell’umiltà”) o Cicerone (“Più in alto siamo, più umili dobbiamo essere”) e ovviamente di santi come il Curato d’Ars (“Se non hai umiltà puoi dire di non avere nulla”), Sant’Agostino (“Solo con passi diumiltà si arriva al cielo”) o Santa Teresa (“Quella fra noi che si considera stimata meno fra tutte le altre si reputi la più felice”).

Tutti sperimentiamo il pungiglione di quell’“io” che ci spinge a fare quello che spesso non vogliamo. Quante volte ci pentiamo delle nostre azioni e desideriamo vivere con più semplicità e in modo meno altezzoso! Come essere umili?

Tra le tante presentazioni che mi arrivano, questa settimana ce n’è stata una che ha richiamato particolarmente la mia attenzione e che offriva sette passi per raggiungere l’umiltà. Mi ha incuriosito. La sua lettura mi ha aiutato molto e vorrei condividere questi passi con tutti voi, ritoccandoli un po’ (ho aggiunto ad ogni consiglio un paragrafo tratto da qualche santo che dia più peso e contenuto).

Queste righe non pretendono certo di essere un manuale per riuscire senza sforzo, perché non c’è rosa senza spine, ma forse la lettura di questo articolo potrà aiutare qualcuno a indirizzare il cammino, come se si trattasse di un GPS che chiede un riorientamento della rotta. Spero quindi che questi passi servano a qualcuno. Buona lettura!

1. Cerca di scoprire il meglio di ciascuno

Ogni essere umano ha avuto esperienze che tu non hai vissuto, e in questi aspetti ti supera. Einstein, ritenuto uno dei grandi geni dell’umanità, ha detto: “Non ho mai conosciuto una persona tanto ignorante da non avere qualcosa da insegnarmi”.

“Aiutami, Signore, a non vedere nel mio prossimo nient’altro che le virtù e le buone opere, e a coprirne i difetti con la considerazione dei miei peccati. In tal modo, mi condurrai a poco a poco a una grande virtù, a quella cioè di considerare gli altri migliori di me: virtù che comincia sempre da qui, ma per questo ho bisogno del tuo aiuto, Signore, senza del quale non posso far nulla, tanto mi è necessario” (Santa Teresa di Gesù, Vita, 13, 6-10)

2. Loda sinceramente gli altri

Come potrebbe rimanerci male una persona alla quale stai dicendo cosa ammiri in lei? Più si menzionano le buone qualità di chi circonda, più virtù scopriremo in loro, e più difficile sarà cadere nella trappola dell’egocentrismo.

“L’umiltà è la virtù che ci porta a scoprire che le dimostrazioni di rispetto per la persona – per il suo onore, per la sua buona fede, per la sua intimità – non sono convenzioni esteriori, ma le prime manifestazioni della carità e della giustizia” (San Josemaría Escrivá, Es Cristo que pasa, n. 72).

3. Non esitare ad ammettere i tuoi errori

Si dice che la frase più difficile da pronunciare in qualsiasi lingua sia: “Ho sbagliato”. Chi si rifiuta di pronunciarla per orgoglio ricade in genere negli stessi errori (solo l’uomo cade due volte sulla stessa pietra), e finisce per rimanere emarginato.

“L’umiltà è una torcia che espone alla luce del giorno le nostre imperfezioni; non consiste, dunque, in parole né in opere, ma nella conoscenza di se stessi, grazie alla quale scopriamo nel nostro essere un cumulo di difetti che l’orgoglio fino a quel momento ci nascondeva” (Santo Curato d’Ars, Discorso sull’orgoglio).

4. Sii il primo a scusarsi dopo una discussione

Se la frase più difficile da pronunciare è “Ho sbagliato”, la seconda dev’essere “Scusami”. Questa semplice parola uccide l’orgoglio e pone fine alla discussione: due piccioni con una fava. Per questo, però, bisogna riconoscere che sia noi che l’altro possiamo sbagliare.

“Se vedi qualcuno peccare pubblicamente o commettere cose gravi, non devi ritenerti migliore, perché non sai quanto potrai perseverare nel bene. Tutti siamo deboli, ma non considerare nessuno più debole di te” (L’Imitazione di Cristo, I, 2, 4).

5. Ammetti i tuoi limiti e le tue necessità

Fa parte della natura umana voler dare l’impressione di essere forti e autosufficienti, ma in genere non fa che rendere le cose più difficili. Se manifestate umiltà chiedendo aiuto agli altri e accettandolo, ci guadagnate.

“È proprio dell’umiltà che l’uomo poi non creda solamente al proprio giudizio: questa infatti ha la sua radice nella sapienza, come si legge in Pr 11,2: ‘I superbi confidano troppo in se stessi’” (San Tommaso d’Aquino, Commento al Padre Nostro).

6. Servi gli altri

Offriti di aiutare gli anziani, i malati e i bambini o di prestare qualche altro servizio comunitario. Ne trarrai grandi benefici, perché oltre ad acquisire umiltà ti guadagnerai la gratitudine e l’affetto di molte persone.

“Quando ti si presenta l’occasione di prestare qualche servizio basso e abietto al prossimo, fallo con allegria e con l’umiltà con la quale agiresti se fossi il servo di tutti. Da questa pratica trarrai tesori immensi di virtù e grazia” (Leone XIII, Pratica dell’umiltà, n. 32).

7. Riconosci a Dio il merito di ogni qualità che hai e di tutto il bene che ti aiuta a compiere

È importante aprire gli occhi dell’anima e considerare che non abbiamo nulla di cui gloriarci. Le uniche cose che abbiamo davvero sono il peccato e la debolezza. I doni della natura e della grazia che ci sono in noi devono essere attribuiti solo a Dio, che ce li ha dati quando ha pensato a noi creandoci.

“Nessuno conti sulla propria saggezza quando parla; nessuno abbia fiducia nelle proprie forze quando soffre la tentazione, in quanto e perché si faccia un discorso retto e prudente viene da lui la nostra sapienza e perché si possano tollerare i mali con fortezza viene da lui la nostra pazienza” (Sant’Agostino, Discorso n. 276).

Di padre Juan Antonio Ruiz J., L.C

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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