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Lo Stato Islamico teme papa Francesco e lo strumentalizza sulla questione dei gay

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Gelsomino Del Guercio - Aleteia - pubblicato il 03/08/16

La propaganda dell’Isis alza decisamente il tiro contro Papa Francesco e la Chiesa. Ma lo fa in modo strumentale e ancora una volta attraverso il web.

La rivista online dello Stato islamico, Dabiq, pubblicata mensilmente in inglese, nell’ultimo numero (il 15) tra le altre cose attacca il pontefice. L’accusa è una sorta di debunking su uno dei pilastri della cristianità: il Papa è criticato per aver pregato per le vittime della strage di Orlando, in Florida, dove un paio di mesi fa uomo ispirato dalla predicazione violenta califfale ha ucciso 49 persone all’interno del Pulse, uno dei locali gay più famosi della città (Formiche.net, 1 agosto).

“L’OMOSESSUALITA’ E’ ATTO DI SODOMIA”

Sul tema nella pubblicazione ci sono anche altri richiami, a pagina 30 per esempio, dove si parla dell’apertura agli omosessuali in America come uno dei motivi per cui «vi odiamo e perché vi attacchiamo». La linea sostenuta dalla propaganda del Califfo è semplice: se Bergoglio prega per le persone uccise da Omar Saddiqui Mateen, il trentenne attentatore di Orlando, allora significa che la religione degli «infedeli» si sta sporcando ancora di più della deriva della secolarizzazione, visto che «l’omosessualità è immorale» e «un atto di perversa sodomia». E la posizione del Papa «è in completo disaccordo con la dottrina della sua Chiesa», scrive Dabiq.

“VUOLE ACCATTIVARSI L’OPINIONE PUBBLICA”

«Francesco ha messo da parte la religione per accattivarsi l’opinione pubblica», continua la rivista: «È possibile che Francesco sia incline alla sodomia per ragioni storiche» («preti cattolici è sinonimo di ragazzi violentati»), ma ancora più, prosegue Dabiq, «potrebbe essere il modo con cui il Papa cerca di guadagnare più supporto possibile» nella «crociata contro le nazioni musulmane». Parte di un piano che secondo la lettura cospirazionista dei teorici dell’Isis vede coinvolte anche le realtà islamiche che si sono inclinate verso la democrazia e i diritti occidentali.

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“SPEZZIAMO LA CROCE”

Il messaggio contro il pontefice e la Chiesa è ridondante, come nota Panorama.it (1 agosto). Si inizia con lo strillo di copertina “Rompiamo la croce!” sull’immagine di un miltante dell’Isis impegnato appunto nel divellere il simbolo della cristianità dal tetto di una chiesa, ed è puntualmente replicato in tutte le 82 pagine del “magazine”.

FOREIGH FIGHTER FELICI

Gli articoli sono al massimo intercalati da interviste e testimonianze come quella di Umm Khalid al-Finlandiyyah, un foreign fighter che ha appunto lasciato la Finlandia per aggregarsi alle milizie islamiche, arricchita dalla foto di un bambino biondo – chiaramente occidentale – che corre felice in un giardino altrettanto chiaramente mediorientale con la didascalia a recitare “Bambini musulmani cresciuti nelle terre dell’Islam“.

LA TOP 10 DELLE ESECUZIONI

Ma il peggio deve ancora venire: nelle pagine finali, quelle che i magazine occidentali riservano di solito a spettacoli e tempo libero, Dabiq propone infatti prima la “Top 10 dei migliori video dello Stato Islamico“, con ovviamente spazio alle esecuzioni di poveri prigionieri nell’ormai tristemente nota tuta arancione, e quindi la sezione “By the Sword”, che inneggia alla spada della giustizia con foto di lapidati e teste mozzate ad accompagnare testi altrettanto raccapriccianti.

IL PRECEDENTE CON IL PAPA

Dabiq aveva alzato il tiro contro Papa Francesco già a settembre, durante i raid intensi di aerei russi e francesi contro l’Isis in Siria. L’intelligence americana (e mondiale) monitorava con intensità i rischi per Papa Francesco dopo la pubblicazione sul magazine di una foto in cui il pontefice compariva insieme ad altri religiosi, accompagnata dalle parole «Papa crociato» insieme a «studiosi governativi apostati» (L’Huffington Post, 30 settembre 2015).

Per l’intelligence è stato l’ennesimo tentativo di cavalcare «la popolarità del pontefice indicando una figura simbolica nel tentativo di aggregare il più vasto numero di persone possibile».

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