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Il Papa ai giovani della Gmg: “Non lasciatevi anestetizzare l’anima”

Andrea Tornielli - Vatican Insider - pubblicato il 31/07/16

La messa conclusiva di Francesco con un milione e mezzo di ragazzi: «Puntate al traguardo dell’amore bello, che richiede anche la rinuncia, e un no forte al doping del successo ad ogni costo e alla droga del pensare solo a sé e ai propri comodi»

Mentre attraversa in papamobile alcuni settori della grande spianata del Campus Misericordiae di Cracovia lo salutano migliaia di bandiere. Oltre un milione di giovani (un milione e mezzo secondo gli organizzatori) hanno dormito all’addiaccio in questo luogo. Molti hanno vegliato in preghiera per tutta la notte. È presente la cantante israeliana Noah, che si è esibita prima dell’inizio della cerimonia. È la giornata conclusiva della Gmg polacca, e la liturgia prevede la lettura del Vangelo di Luca che racconta la conversione di Zaccheo: il ricco pubblicano piccolo di statura, odiato da tutti nella città di Gerico, che si arrampica su un albero per vedere il passaggio di Gesù e viene sorprendentemente invitato a scendere dal Nazareno, che si auto-invita a casa sua provocando il mormorio di tutti, scandalizzati per la scelta di visitare l’abitazione di un peccatore.

Nell’omelia, Francesco parla dei tre ostacoli che Zaccheo ha dovuto affrontare. Il primo è la bassa statura. «Anche oggi possiamo correre il rischio di stare a distanza da Gesù perché non ci sentiamo all’altezza, perché abbiamo una bassa considerazione di noi stessi. Questa è una grande tentazione, che non riguarda solo l’autostima, ma tocca anche la fede». Perché, ricorda il Pontefice, noi «siamo stati creati a sua immagine; Gesù ha fatto sua la nostra umanità e il suo cuore non si staccherà mai da noi». Non accettarsi, vivere scontenti e pensare in negativo significa «non riconoscere la nostra identità più vera: è come girarsi dall’altra parte mentre Dio vuole posare il suo sguardo su di me.Dio ci ama così come siamo, e nessun peccato, difetto o sbaglio gli farà cambiare idea”».Per Gesù «nessuno è inferiore e distante, nessuno insignificante, ma tutti siamo prediletti e importanti: tu sei importante!». E Dio «conta su di te per quello che sei, non per ciò che hai: ai suoi occhi non vale proprio nulla il vestito che porti o il cellulare che usi; non gli importa se sei alla moda, gli importi tu. Ai suoi occhi vali e il tuo valore è inestimabile».

Francesco spiega ai giovani che «Dio è fedele nell’amarci, persino ostinato. Ci aiuterà pensare che ci ama più di quanto noi amiamo noi stessi, che crede in noi più di quanto noi crediamo in noi stessi, che “fa sempre il tifo” per noi come il più irriducibile dei tifosi. Sempre ci attende con speranza, anche quando ci rinchiudiamo nelle nostre tristezze, rimuginando continuamente sui torti ricevuti e sul passato».

Non bisogna affezionarsi alla tristezza, ripete il Papa. «Ci farà bene ogni mattina dirlo nella preghiera: “Signore, ti ringrazio perché mi ami; fammi innamorare della mia vita!”. Non dei miei difetti, che vanno corretti, ma della vita, che è un grande dono: è il tempo per amare e per essere amati».

Il secondo ostacolo di Zaccheo era è «la vergogna paralizzante». Ma «ha superato la vergogna, perché l’attrattiva di Gesù era più forte. Avrete sperimentato che cosa succede quando una persona diventa tanto attraente da innamorarsene: allora può capitare di fare volentieri cose che non si sarebbero mai fatte». Questo, dice Bergoglio, «è anche per noi il segreto della gioia: non spegnere la curiosità bella, ma mettersi in gioco, perché la vita non va chiusa in un cassetto.Davanti a Gesù non si può rimanere seduti in attesa con le braccia conserte; a Lui, che ci dona la vita, non si può rispondere con un pensiero o con un semplice “messaggino”!».

«Non vergognatevi di portargli tutto – è l’invito del Papa ai giovani –specialmente le debolezze, le fatiche e i peccati nella confessione: Lui saprà sorprendervi con il suo perdono e la sua pace. Non abbiate paura di dirgli “sì” con tutto lo slancio del cuore, di rispondergli generosamente, di seguirlo! Non lasciatevi anestetizzare l’anima, ma puntate al traguardo dell’amore bello, che richiede anche la rinuncia, e un “no” forte al doping del successo ad ogni costo e alla droga del pensare solo a sé e ai propri comodi».

Il terzo ostacolo che ha dovuto superare Zaccheo è la folla mormorante, che prima lo ha bloccato e poi lo ha criticato. «Quanto è difficile accogliere davvero Gesù, quanto è duro accettare un “Dio, ricco di misericordia”. Potranno ostacolarvi, cercando di farvi credere che Dio è distante, rigido e poco sensibile, buono con i buoni e cattivo coi cattivi. Invece il nostro Padre ci invita al coraggio vero: essere più forti del male amando tutti, persino i nemici».

«Potranno ridere di voi – dice ancora Francesco – perché credete nella forza mite e umile della misericordia. Potranno giudicarvi dei sognatori, perché credete in una nuova umanità, che non accetta l’odio tra i popoli, non vede i confini dei Paesi come delle barriere e custodisce le proprie tradizioni senza egoismi e risentimenti. Non scoraggiatevi: col vostro sorriso e con le vostre braccia aperte voi predicate speranza e siete una benedizione per l’unica famiglia umana, che qui così bene rappresentate!».

Bergoglio ha spronato i giovani a non rassegnarsi «di fronte alle chiusure», a cercare il bene «per sé stesso, contenti di conservare il cuore pulito e di lottare pacificamente per l’onestà e la giustizia. Non fermatevi alla superficie delle cose e diffidate delle liturgie mondane dell’apparire, dal maquillage dell’anima per sembrare migliori. Invece, installate bene la connessione più stabile, quella di un cuore che vede e trasmette il bene senza stancarsi». E ha chiesto che «tra tutti i contatti e le chat di ogni giorno ci sia al primo posto il filo d’oro della preghiera», avendo come «navigatore» il Vangelo.

La memoria di Dio non è «un “disco rigido” che registra e archivia tutti i nostri dati, ma un cuore tenero di compassione, che gioisce nel cancellare definitivamente ogni nostra traccia di male. Proviamo anche noi, ora, a imitare la memoria fedele di Dio e a custodire il bene che abbiamo ricevuto in questi giorni».

QUI L’ARTICOLO ORIGINALE

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