Non voglio passare sopra ai dettagli della mia vita senza rendere grazie. Voglio guardare con profondità il mio cammino per riconoscere la Sua mano e i Suoi piedi al mio fianco. Voglio rinnovare i miei “Sì” alla volontà di Dio nella mia vita e ringraziare. Lodarlo nei momenti belli e in quelli difficili, perché è stato con me. Nella luce e nell’oscurità.
Dio è anche nella mia oscurità. Vorrei imparare da Gesù a vivere le mie paure, i miei limiti, i miei fallimenti, aggrappato a Lui. A volte, nel dolore o in quello che non comprendo o mi sconcerta, mi allontano da Dio. Penso che Dio ci sia solo quando sono perfetto. Ma Egli usa tutto per avvicinarmi a Lui, se Lo lascio agire.
Una persona pregava: “Signore, insegnami a pregare, con la tua umiltà, la tua sincerità, la tua dedizione, la tua profondità. Insegnami a pregare con tutto il mio essere, non solo con la mia mente. Con la mia volontà. Con il mio cuore. Con i miei piedi. Con i miei silenzi. Non devo aspettare il momento perfetto. Insegnami a pregare in mezzo a quello che sto vivendo proprio ora. Ad aprirmi nella preghiera. A permettere alla mia fragilità di af acciarsi. Il mio nome. Il nome che pronunci solo Tu. Insegnami a passeggiare con te nella mia anima e a conoscere le mie valli e le mie montagne, le mie fonti e la mia sete, i miei deserti e i miei boschi”.
[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]
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