Questa piazza lo sa. “Le cose si possono cambiare? Sì, le cose si possono cambiare”. Dopo il primo incontro a Blonia, le parole di papa Francesco risuonano nella confusione di Rynek Glowny: si può cercare per la città, ma le risposte, alla fine, sono tutte qui. Questa piazza è il cuore di Cracovia e della Gmg, e batte forte.
Ad ogni ora si canta e si balla. Ogni giorno di più: i pellegrini sono ormai oltre 700 mila e attorno al Mercato Centrale la folla continua a crescere. I più scatenati sono i francesi e non c’è niente da aggiungere: questi cori fanno molto più rumore degli spari dei terroristi. “Paura? Sì ne avevo – confessa Ilaria Ranaudo, 22 anni – ma la forza di tanti giovani venuti qui, nonostante quello che succede in Europa, è la prova che ce la possiamo fare”. É partita da Torino la settimana scorsa, per il gemellaggio con la diocesi polacca. Davanti a quei pullman, a poche ore dalla strage di Nizza, i genitori erano terrorizzati. “Arrivata alla Gmg mi sono sentita protetta: da una comunità che è più grande di quello che pensavo”.
La pace, l’integrazione, l’uguaglianza. I desideri dei giovani sono una fotografia delle ferite della Terra. Abbiamo interrogato i pellegrini per rispondere al papa: “Voi sapete sognare?”, aveva chiesto Francesco nella cerimonia di accoglienza. Sì, i suoi ragazzi sognano e sognano soprattutto un mondo migliore. “Basta guerre” è il ritornello. Non una frase fatta: i ventenni lo scandiscono con la stanchezza negli occhi, hanno imparato che il fronte è sotto casa e sono già stufi. Perquisizioni, soldati e poliziotti ovunque, Cracovia è blindata: l’appello per fermare la violenza assume ancora più valore. A Rynek Glowny, dove sventolano le bandiere della pace e di 187 nazioni, ci sono i blindati dell’esercito in esposizione e vari stand per conoscere i militari. L’ennesimo segno: per questa generazione la sicurezza è un problema ingombrante.
Tra gli intervistati c’è anche chi ha il coraggio di raccontare di sè. Una spagnola che vuole almeno otto bambini. Gli argentini che hanno già realizzato il loro desiderio: venire a Cracovia. Gli australiani, gli americani, i portoghesi che parlano di Dio con una disinvoltura di altri tempi: “Sogno di condividere la mia fede”, “Di andare in paradiso”, “Di essere santo”.
Gli italiani sono concreti. Le amiche del gruppo dei Salesiani di Asti vogliono fare le insegnanti e avere una famiglia. Alessandro, della Comunità Gesù Ama di Roma, aspetta la laurea e s’impegna per diventare un libero professionista. Per i giovani del Sud, dalla Sardegna alla Calabria, c’è solo una preghiera: lavoro. Trovare immediatamente lavoro.
“Il papa parla di cambiamento perché sa che presto toccherà a questi ragazzi prendere decisioni”, dice Leonardo Almeida, 30 anni, brasiliano e professore universitario, mentre osserva la festa della piazza centrale. Con fiducia: “La Gmg fa bene anche ai più piccoli, che non si preoccupano ancora del futuro, ma cresceranno portandosi dentro questo incontro con culture diverse”. La speranza è in quell’abbraccio di popoli di fronte al Mercato. Anche per Jessica, 22 anni, dalla Pennsylvania: “Tutta questa gente tornerà a casa sapendo di avere tanto in comune con il resto del mondo. I problemi non si risolvono in una notte, ma piano piano possono cambiare le piccole cose. E si può stare insieme”.