Il World Jewish Congress (WJC), il Congresso mondiale ebraico, accoglie la visita del Pontefice ai campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau come «un segnale forte» contro l’odio e plaude alla scelta di Francesco di non pronunciare discorsi ufficiali per fermarsi in silenziosa preghiera. «Anche se non ci sono lapidi – scrive oggi in una nota il presidente del WJC, Ronald S. Lauder – questo è il più grande cimitero ebraico del mondo. È anche uno dei luoghi più orribili del pianeta, e abbiamo ritenuto opportuno che Papa Francesco non abbia pronunciato un discorso durante la sua visita ed abbia invece scelto di fare una preghiera silenziosa insieme agli oltre 1.000 sopravvissuti e rappresentanti provenienti da tutto il mondo, per rendere omaggio ai 1,1 milioni di uomini, donne e bambini uccisi al campo. Auschwitz – prosegue Lauder – è un richiamo eterno di ciò che può accadere quando si consente all’odio di ingigantirsi, quando il mondo rimane in silenzio di fronte al male e guarda dall’altra parte i crimini indicibili che vengono commessi nelle vicinanze».
«Papa Francesco è uno dei più stretti alleati che gli ebrei hanno oggi nella lotta contro l’antisemitismo, il fanatismo e l’odio. Lui è un vero amico del popolo ebraico, un uomo che si protende verso gli altri e li abbraccia. Mai nel corso degli ultimi 2000 anni le relazioni cattolico-ebraiche sono state così strette. Lo ringraziamo per essere andato ad Auschwitz. La sua visita invia un segnale importante al mondo perché questo capitolo buio della storia non sia mai dimenticato e la verità su quello che è successo sette decenni fa non sia offuscato”. Facendo riferimento all’uccisione del sacerdote francese, Jacques Hamel, all’inizio di questa settimana, così come agli altri atti terroristici che hanno avuto luogo in tutto il mondo, Lauder aggiunge: “Questo attacco brutale in un luogo di culto, nei confronti di un anziano sacerdote, è stato uno shock per tutti noi. La piaga del terrorismo, il fanatismo e l’intolleranza non potranno esseri sconfitti se non siamo uniti».