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Tutti in coda per Frassati, mito dei giovani della Gmg

Vatican Insider - pubblicato il 28/07/16

Non è solo orgoglio sabaudo. A Cracovia stanno arrivando due milioni di pellegrini, ma la Gmg passa anche da Torino. «I polacchi non lo ammetteranno mai, sono patriottici – scherza don Luca Ramello – ma Frassati è il terzo patrono dell’edizione». Quelli ufficiali sono San Giovanni Paolo II e suor Faustina Kowalska, campioni di quella virtù (la misericordia) a cui è dedicata la kermesse: gli striscioni con i loro volti sventolano per le strade. Il sorriso di Pier Giorgio, invece, è nei cuori dei ragazzi. 

AL CONVENTO

Basta chiedere a uno dei 25 mila volontari. Sapete dov’è il convento dei domenicani? «Certo, lì c’è Frassati». E dove se no: la basilica della Santa Trinità è il riferimento per i ventenni in città, e il torinese fu un terziario dell’ordine. Nel 25° anniversario della beatificazione (già lo si vorrebbe santo), le diocesi di Torino e Cracovia avevano deciso di far viaggiare le reliquie per la Polonia e farle arrivare dai frati per la Gmg. Così è stato: Ramello, direttore della pastorale giovanile, ha guidato per 5000 chilometri poi ha lasciato l’urna nel santuario dove resterà fino a domenica e dove c’è la coda a tutte le ore. 

Le gigantografie sono dentro e fuori la chiesa. Una mostra fotografica illustra la sua storia: le guide sono di un’associazione di Salerno, la Brigata Frassati. Sono venuti apposta: «Molti sanno già chi è stato. Noi vogliamo far conoscere il suo modo straordinario di vivere l’ordinario». I frati invece si sono inventati il Caffè Frassati, nel giardino. Wifi gratis, divanetti, dolci fatti in casa. Niente prezzi, solo donazioni. È un angolo in cui c’è tutta la Gmg, ci si incontra. 

IL MONDO

Gli iscritti provengono da 187 nazioni: il mondo intero. Nella basilica di Frassati, alle due di un pomeriggio qualsiasi – ieri – entrano fiumi di italiani e irlandesi. Escono tre statunitensi. Argentini, coreani, malesiani, francesi e brasiliani si confondono tra le navate mentre una volontaria polacca ha finito di pregare: si chiama Ania, ha 26 anni, insegna biologia ai bambini a Varsavia. «Conosco Frassati grazie a Giovanni Paolo II, che lo amava molto. Piace perché era uno normale». «Aveva passione e i giovani di oggi cercano persone così», dice Raffael, uno dei cento frati del convento, all’inizio del cammino vocazionale. È di Cracovia e sa tutto del beato, anche che La Stampa «era il giornale del suo papà, Alfredo». 

PER GLI STUDENTI

Gli amici, i poveri, l’alpinismo. Martedì mattina l’arcivescovo Nosiglia ha ricordato il beato davanti a migliaia di italiani: una sorta di inaugurazione ufficiosa. Quella vera si è svolta poco dopo, con la messa al parco Blonia per 500 mila fedeli: Pier Giorgio è stato di nuovo celebrato, come cristiano e studente modello. «Questa Gmg sarà ricchissima per gli universitari, c’è Frassati e poi qui papa Wojtyla faceva il cappellano dell’Università», spiega don Luca, che accompagna 50 laureandi e matricole. In tutto la diocesi conta 2000 pellegrini. Altri 500 vengono dalla Val di Susa, con il parroco di Sestriere: una chiesa dove ci sono le foto di Pier Giorgio sciatore. Quant’è lontana Cracovia, dalle montagne di Frassati? «Vengo da Oulx – dice Bianca -, per me già andare a Torino è un’emozione. Tutti questi giovani insieme, da così tanti paesi, beh, come dire…». Tolgono il fiato. 

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