I consigli degli psicologi su come affrontare con i figli l'argomento degli attentati terroristici
È senz’altro più complicato che aiutarli a ragionare su un problema o a capire perché per comprendere il presente è tanto importante conoscere il passato. Le domande che affrontiamo noi genitori dopo un attentato sono notevoli, ed è meglio essere preparati e giocarci il tutto per tutto nelle risposte che diamo loro perché in queste situazioni le loro “trappole” lasciano il segno.
Se succede come questa settimana, quando fa quasi paura accendere la radio al mattino, le cose si complicano all’estremo.
In queste tragedie è chiaro chi ha la peggio, ma anche i nostri figli che vedono interrotta la propria routine o le loro vacanze da queste notizie tanto violente sono delle vittime. Vittime di una società sempre più tollerante nei confronti dell’orrore, con storie che finiscono per conoscere e che non sempre sanno inserire nella loro logica e nella loro psicologia.
Gli esperti affermano che la cosa più importante è che la paura (emozione necessaria per gestire la nostra esposizione al pericolo) non diventi panico e che noi genitori riusciamo a trasmettere fiducia. Anche se in alcuni momenti gradirei da parte degli “esperti” un po’ più di concretezza su come mettere in pratica tutto questo, in fondo so che ogni genitore deve trovare il suo modo particolare di arrivare al cuore del proprio figlio, che come ogni persona racchiude una parte di mistero.