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Il primo bagno di folla del Papa alla Gmg di Cracovia

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Iacopo Scaramuzzi - Vatican Insider - pubblicato il 28/07/16
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Francesco arriva al parco di Blonia a bordo di un tram ecologico in compagnia di un gruppo di giovani disabili. Misure di sicurezza, pioggia e bandiere da tutto il mondoIl Papa ha fatto il suo primo bagno di folla alla Giornata mondiale della Gioventù (Gmg) di Cracovia, sui prati di Blonia, poco distante dal centro della città, dove è giunto a bordo di un tram ecologico in compagnia di un gruppo di ragazzi disabili.

Un «Tram del Papa», con questa scritta luminosa in italiano al posto del numero di linea, dipinto con i colori del Vaticano, bianco e giallo, ha atteso Francesco davanti alla sede dell’arcivescovado di Cracovia.

Jorge Mario Bergoglio, sempre seguito dall’organizzatore dei viaggi, il monsignore colombiano Mauricio Rueda Beltz, e dal cardinale arcivescovo di Cracovia, Stanislaw Dziwisz, storico segretario di Giovanni Paolo II, è uscito alle 17 in punto accolto dagli applausi di una piccola folla di persone e dalle marce di una banda militare dietro le transenne guardate a vista dagli uomini delle forze dell’ordine. Il sindaco di Cracovia gli ha consegnato le chiavi della città. Francesco è poi salito sul tram dove ha trovato un gruppo di ragazzi disabili che lo ha accompagnato alla cerimonia di accoglienza della Gmg, raggiunta, per l’ultimo percorso ben vigilato dagli uomini delle forze dell’ordine, a bordo della papamobile.

Sotto una pioggia fina e continua, nel corso delle ore erano giunti al parco di Blonia, coperti da ponchi impermeabili rossi, gialli, blu e trasparenti, oltre 300mila giovani da tutti i paesi. Ogni gruppo porta la sua bandiera nazionale, molte di Polonia, Italia, Spagna, Francia, ma anche Portogallo, Usa, Libano, Norvegia, Croazia, Slovacchia, Mozambico, Georgia, Canada, e poi bandiere più rare, Israele, Cina, Ecuador, Grecia, Brasile, paese dove si è svolta l’ultima Gmg, nel 2013, o da Panama, dove potrebbe svolgersi la prossima, fra tre anni, e poi anche bandiere arcobaleno della pace, bandiere sarde, addirittura una bandiera Ferrari. In prima fila, vescovi e cardinali coperti da ombrelli bianchi. Francesco è stato accolto da cori, canti, balli, l’orchestra ha eseguito anche un tango tra le molte melodie est-europee.

La sicurezza per la visita del Papa, in Polonia, è stata preparata accuratamente. Le forze dell’ordine polacche hanno reso noto che 20mila persone sono state oggetto di controlli a campione nella giornata precedente l’arrivo di Francesco, 226 persone sono state fermate alle frontiere, dopo un rafforzamento dei controlli, ma prevalentemente si è trattato di persone senza documento regolare e comunque nessuno per sospetto terrorismo. Una macchina è stata fermata martedì a Varsavia con cinque persone, tutte straniere, che esponevano una bandiera degli «Emirati caucasici», ma i controlli hanno accertato che non vi era alcun pericolo effettivo. L’attentato a Rouen, in Francia, dove terroristi jihadisti hanno sgozzato un sacerdote che celebrava Messa, Jacques Hamel, è una «grande tragedia» che però non ha di per sé aumentato l’allerta e i controlli di sicurezza, ha assicurato Mariusz Bzaszczak, ministro dell’Interno e dell’amministrazione. «Noi – ha detto – prendiamo sul serio ogni segnale, ma la Polonia è un paese sicuro. Ovviamente bisogna essere coscienti che non tutti gli scenari sono prevedibili, ma le nostre forze dell’ordine sono esperte e preparate e siamo pronti alla visita del Papa».

Quanto all’inclinazione del Papa ad avere un contatto diretto con le persone, «ha un suo modo molto specifico di comportarsi diverso dai predecessori e noi siamo pronti ad adattarci, non c’è altra opzione. Siamo pronti ad assicurare la sicurezza sia del Papa che di tutti i pellegrini».

Nella regione di Cracovia sono dispiegati 12mila poliziotti (a fronte di 7mila ordinari) e 40mila uomini e donne contando tutte le forze dell’ordine. Presenza massiccia e preparata, a volte con qualche eccesso di zelo. Un agente oggi ha fermato anche l’auto sulla quale viaggiavano il rabbino capo di Polonia, Michael Schudrich, e l’amico argentino di Jorge Mario Bergoglio, il rabbino Abraham Skorka, diretti all’edificio della Agh University of Science and Technology dove è stata allestita la sala stampa per un briefing sulla visita che il Pontefice compirà domani al lager di Auschwitz Birkenau. «Ci sono 40mila membri delle forze dell’ordine, fanno il loro lavoro, ma a volte sono esagerano…», hanno commentato gli organizzatori. «Mi rammarico che non ci sia stato permesso di passare – ha commentato da parte sua rav Schudrich – ovviamente gli agenti fanno il loro dovere, e spero che questo episodio non getti un’ombra sull’evento per cui siamo qui».

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