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Cos’hanno in comune un “discepolo” del cardinal Martini, il batterista Tullio De Piscopo e il dietologo della Juventus?

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Gelsomino Del Guercio - Aleteia - pubblicato il 21/07/16

Hanno scoperto la presenza di Maria durante uno straordinario pellegrinaggio a Medjugorje. E la loro vita è cambiata per sempre

C’è una cosa che accomuna il “discepolo” del cardinale Martini, Don Pierluigi Chiodaroli, il musicista napoletano Tullio De Piscopo e il professore Giorgio Calabrese, dietologo della Juventus.

Ed è l’incontro con la Madonna, un incontro intriso di fede e di speranza. Avvenuto in un luogo simbolico: Medjugorje, il paesino della Bosnia dove da oltre trent’anni si registrerebbero presunte apparizioni mariane, miracoli, ma sopratutto tante conversioni.

A raccontare queste storie è Gerolamo Fazzini in “La mia vita è cambiata a Medjugorje” (edizioni Ares). Nel volume si spiega anche come sono iniziati, negli anni ottanti, i primi pellegrini dall’Italia verso Medjugorje ad opera della Rusconi Viaggi.

LA STORIA DI DON PIERLUIGI

Don Pierluigi è stato sempre scettico in materia di apparizioni. «Ero parroco a Cassinetta di Lugagnano (Milano ndr), credo fosse il 1989. Molti parrocchiani avevano cominciato a domandarmi di recarsi in pellegrinaggio a Medjugorje. Io rispondevo: “Andiamo a Fatima, a Lourdes, ma a Medjugorje no!“. Dopo molte insistenze, alcuni hanno comunque organizzato il pellegrinaggio e mi hanno coinvolto. Ho accettato, spiegando che ci sarei andato solo come turista, nemmeno come pellegrino, per pura curiosità».

“DOVE SONO FINITO?”

All’arrivo nel paesino bosniaco, lo scetticismo di don Pierluigi aumenta. «”In che razza di posto sono finito?“, mi chiesi. All’epoca le pensioni erano case fabbricate a metà, si respirava ancora molta povertà. Poi avvenne il primo incontro con padre Slavko (parroco locale ndr): stava recitando il Rosario sul piazzale esterno e proponeva ai pellegrini un commento breve a ogni mistero del Rosario, in diverse lingue, stando inginocchiato verso la gente».

UNA VOCE RASSICURANTE

In quel momento, confessa il parroco milanese, «ho pensato male dei frati, considerandoli opportunisti e pronti a suggestionare i fedeli più vulnerabili. “Ora – dissi a me stesso – la gente immaginerà che appare la Madonna, si auto-suggestionerà, vedrà il sole girare e via di questo passo”. Subito, però, una voce dentro di me si fece strada: “Non preoccuparti: se qui non c’è nulla, avrai fatto solo un viaggio. Ma se qualcosa c’è, apriti…”. Mi son detto: “Sia che appaia, sia che non appaia, la Madonna sicuramente esiste”».

IL SOLE DI MARCO E LE DOTI DI JELENA

L’atteggiamento di Padre Pierluigi inizia a cambiare, a causa di alcuni fatti che si susseguono.


Prima Marco, un ragazzo che aveva accompagnata alla Prima Comunione dice di aver visto il sole girare su se stesso. “Dava una sensazione di pace”. Il prete è interdetto dalla spontaneità di quella testimonianza. Poi Jelena, una ragazza adolescente che sosteneva di aver ricevuto delle locuzioni interiori. «Mi stupirono la trasparenza e la semplicità con cui parlava di cose profonde. Mi chiesi? Questa qui studia di notte per avere tali conoscenze?».

IL MONITO DI VICKA

Quindi, l’incontro con Vicka, una delle veggenti, che lo ammonisce, mentre lui, perplesso le chiedeva cosa fosse la preghiera del cuore che lei chiedeva di recitare. “La Madonna ha detto che la preghiera del cuore è decidere di dare il nostro tempo a Dio“, sentenziava Vicka. E infine, quarto episodio, la santa messa celebrata da Padre Jozo: «Durante la messa, attacca l’omelia così, al singolare: “Pellegrino, sono otto anni, tre mesi e tot giorni che la Madonna dice che ti sta aspettando“. In quel momento io ho sentito quella frase rivolta a me, perché – facendo i calcoli – era esattamente il tempo trascorso da quando io sapevo delle apparizioni nel 1981. Finito il viaggio, sentivo dentro una grande gioia, una immensa pace, tanto che sul pullman mi dicevo: qui ci devo tornare ancora».

GUIDA SPIRITUALE

Da allora Don Pierluigi è tornata più volte a Medjugorje. Se il primo pellegrinaggio è stato una sorta di incontro ravvicinato con Maria, che si è manifestata attraverso quegli episodi; negli altri ha consolidato il suo rapporto con la Vergine. Da scettico, titubante, il parroco è diventato, ora, la guida dei gruppi che accompagna nel paesino bosniaco!

MARTINI: E’ UNA SCUOLA DI PREGHIERA

Di Medjugorje ne ha parlato anche con il cardinale Carlo Maria Martini. «Non si è mai opposto al fatto che io ci andassi: glielo avevo domandato personalmente. Un giorno gli chiesi cosa ne pensasse. Mi rispose: “Vacci pure, perché è una grande scuola di preghiera”».

LA STORIA DI GIORGIO

Il professor Giorgio Calabrese è un volto noto a molti: da anni, infatti, parla di nutrizione e diete in vari programmi televisivi e su giornali e riviste di larga diffusione. È docente di alimentazione e nutrizione umana presso l’Università di Torino e Federico II di Napoli. Tra i vari incarichi, ha pure quello di dietologo ufficiale della Juventus.

NOZZE D’ARGENTO IN BOSNIA

Nel 2003 Giorgio e sua moglie festeggiano 25 anni di matrimonio. «Io avevo ipotizzato un bel viaggio in un Paese straniero, mentre mia moglie, che è molto più praticante di me (per esempio, va a Messa ogni giorno), mi ha chiesto esplicitamente di accompagnarla a Medjugorje».

PREGHIERA “NATURALE”

Il dietologo confessa: «Io non avevo mai pregato nella mia vita per molte ore di seguito senza accorgermene: là l’ho fatto, e mi è sembrato naturale». Un momento particolarmente toccante vissuto a Medjugorje «è stato senz’altro l’adorazione eucaristica, in cui ho provato una grandissima emozione. L’adorazione è il momento in cui ti confronti con te stesso, con la tua anima, davanti a Cristo Gesù vivo, al Padre e sotto lo sguardo di Maria».

LA SALITA SULLE COLLINE

Ma le salite al Križevac e al Podbrdo sono state le esperienze più intense, in assoluto. «Vedere gente che portava in barella, sulle spalle, persone fisicamente svantaggiate, che mai avrebbero potuto pensare di salire sin lassù, è stato uno spettacolo di fede davvero unico». Tanto l’itinerario della Via Crucis quanto quello che accompagna lungo i misteri del Rosario sono impegnativi e disagevoli: «sentieri in salita, in mezzo alle pietre… Per chi ha sulle spalle qualcuno è una fatica non da poco!»

FEDE E MIRACOLI

A colpirlo, però non sono stati presunti o reali miracoli. «Per nostra fortuna non ci è mai capitato di assistere a un miracolo, anche se può sembrare un paradosso. I miracoli talvolta sono fuorvianti: c’è chi va in cerca del sensazionale a tutti i costi (anche solo da vedere), ma il vero sensazionale è la fede che cambia la vita».

IL ROSARIO

A Medjugorje, il cuore di Giorgio si è letteralmente aperto a Maria.


«Il cambiamento più bello è un gesto molto concreto: ho imparato a recitare il Rosario ogni giorno. Se sono a casa, con mia moglie; se – come accade spesso – mi trovo in viaggio, lo recito da solo. Prima pregavo e andavo a Messa ogni domenica, ma la preghiera del Rosario non mi apparteneva. Oggi è diverso: il Rosario non può mancare nella mia, nella nostra giornata».

LA STORIA DI TULLIO DE PISCOPO

Tullio De Piscopo è il più famoso batterista italiano degli ultimi decenni. Nell’arco della sua lunga carriera ha suonato con i più noti artisti italiani e stranieri, da Lucio Battisti a Pino Daniele. Il suo avvicinamento alla fede è avvenuto nel momento più drammatico della sua vita: la scoperta di un tumore maligno alla prostrata.

IL TUMORE MALIGNO

«Il medico che mi doveva operare mi pronosticò sei mesi di vita. Fu in quei momenti che pensai fortemente alla Madonna che aveva architettato questo disegno per farmi prendere coscienza del valore del tempo, dell’esistenza. Quando siamo in tourneé i mesi volano, gli anni passano velocemente e non te ne rendi nemmeno conto…».

LA GRAZIA ALLA MADONNA

La situazione è delicatissima. Ma Tullio, che aveva chiesto una grazia particolare, viene operato con successo. «Per me è stato un miracolo, e mi ripromisi di ringraziare la Madonna. Era novembre 2012. Il giorno del Lunedì dell’Angelo del 2013, andai a Medjugorje con mia moglie e altri amici. In seguito ci sono ritornato per altri due anni di seguito e ci tornerò ancora».

L’AVE MARIA QUOTIDIANA

Porterà nel cuore quei momenti incredibili come il pellegrinaggio sulla collina, l’incontro con i malati lungo il percorso ma sopratutto l’Adorazione Eucaristica. Dopo Medjugorje «quelli che mi stanno accanto mi trovano più sereno nel viso. Ma io aggiungo: lo sono anche nel cuore e nella testa. Del resto, l’esperienza di arrivare fin sulle soglie della morte – l’intervento chirurgico a cui venni sottoposto durò la bellezza di 14 ore – ti segna profondamente. Dopo una cosa del genere, si vede la vita con altri colori e sfumature, che altri non vedono. Dopo questo ho capito che, come la prevenzione medica permette di garantire una salute migliore, la prevenzione spirituale, ovvero la preghiera quotidiana – anche una semplice “Ave Maria” – permetta di farci comprendere che cosa valga davvero nella vita e di restarci attaccati. Bastano due minuti per volgere un pensiero e lo sguardo a Dio, che ci costa?».

QUELLA PROMESSA A PINO DANIELE

Il prossimo pellegrinaggio Tullio avrebbe voluto farlo con Pino Daniele, suo grande amico. «Gli dissi che sarei andato a Medjugorje. Mentre mi trovavo là a Pasqua, mi telefonò: “Dove sei?”. “A Medjugorje”. “Ah, ci sei andato davvero?”. “Sì. Devi venirci anche tu, Pino”, gli dissi. E sono certo che sarebbe venuto anche lui, se la morte non l’avesse portato via prima».

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