Aleteia logoAleteia logoAleteia
venerdì 29 Marzo |
Aleteia logo
Stile di vita
separateurCreated with Sketch.

Donna, trova pace!

mujer-con-el-secador

Pixabay.com/Public Domain/ © RyanMcGuire

Magdalena Wójcik - pubblicato il 21/07/16

Non appena apriamo gli occhi al mattimo passiamo alla modalità “Devo...” , e quando qualcosa va male proviamo un forte senso di colpa

Nelle nostre borse enormi teniamo quaderni scritti fino ai margini, pieni di compiti e progetti da realizzare, con la speranza che alla fine della giornata tutto sia stato fatto bene.

“Un’altra conversazione pseudo­intellettuale…”: probabilmente avrete pensato questo iniziando a leggere questo testo.

Convinte di aver già sentito tutto, tornerete ai vostri compiti e continuerete a pensare a quello che avete già fatto e a quello che ancora dovete fare oggi.

E allora inizia tutto. Sentiamo la pressione di essere una buona madre, una brava moglie, una donna di successo, l’impiegata del mese.Vogliamo essere contemporaneamente tutto questo. Vogliamo essere le donne a cui tutto va bene, che riescono in tutto.

Divise tra le aspettative altrui nei nostri confronti e la brutale realtà, sperimentiamo una dolorosa delusione.

Una vita insufficiente

Se le altre si godono la loro vita ben organizzata, perché io non ci riesco?

Leggiamo di donne che anche se molto giovani hanno già una propria attività, sviluppano il loro grande progetto quotidiano alla perfezione e cucinano anche la cena per i figli.

Preparano da sole una cena di quattro portate per gli amici e hanno risorse per trascorrere le vacanze in un appartamento sulla riva dell’oceano.

Voi, invece, siete arrivate di nuovo tardi al lavoro perché non vi siete svegliate in tempo, non avete finito il progetto, avete discusso con vostro marito e a casa vostra sembra che sia passato un uragano.

Questa situazione ha due vie d’uscita: ci si può prendere un caffè, rilassandosi dopo la lunga giornata e pensare che dopo tutto non succede niente, oppure lasciarsi attanagliare dal senso di colpa.

Cosa scegliamo in genere? La seconda opzione. Siamo molto cattive. Non siamo abbastanza belle, né intraprendenti, né organizzate, né lavoratrici.

Diventiamo un coacervo di frustrazione e delusione nei confronti di noi stesse e della nostra vita. Quella donna di successo che appare sulla copertina di una rivista ci rimprovera? No, siamo noi stesse a farci del male.

Siate gentili con voi stesse

A volte, l’unico e il nostro peggior nemico siamo noi stesse. Ci arrendiamo alla pressione del perfezionismo.

Non appena apro gli occhi al mattino, mi sposto sulla modalità “Devo…”: devo fare foto per il blog, devo scrivere un testo, devo pianificare la mia vita per i prossimi anni e aprire il prima possibile un’attività propria. Se non lo faccio crollerà il mondo.

Sono sempre in preda al rimorso, perché ancora una volta ho sbagliato, non ho dato il meglio di me. Come se quello che faccio o che non faccio fosse l’unica cosa che dimostra il mio valore.

E allora non mi godo le piccole cose come una conversazione con il mio fidanzato mentre prendiamo il caffè il pomeriggio, una rilassante passeggiata lungo le rive del fiume Vistola o la visita della città.

Il senso di colpa in genere è molto forte. Quanto spesso cadiamo in questa trappola! Conosco però una ricetta per le nostre aspettative esagerate.

Da qualche tempo, non appena inizio a esercitare una pressione poco salutare su me stessa mi dico “Magda, basta”. Credetemi, funziona! Da dove mi è venuto? Ho letto poco tempo fa un testo del professor Victor Osiatyński:

Alzarsi al mattino, pettinarsi e via, dimenticarsi di noi stessi. Non ripetersi costantemente “Devo fare questo, devo fare quello”, non alzare l’asticella né fare progetti impossibili da realizzare.(…) Se una persona vuole ottenere o pianificare troppo, si renderà conto che non sarà mai soddisfatta. O forse per sentirsi soddisfatti basta limitarsi a fare solo le cose necessarie, giuste, degne, buone, senza esigere più di quello che si è in grado di fare.

Ogni volta che leggo queste parole recupero l’equilibrio. Ciò non significa che non debba pianificare, né pormi delle mete, ma se anziché la cena perfetta preparo panini al formaggio, tiro fuori dal forno una torta bruciacchiata e non ho la forza per lavorare la sera devo pensare male di me stessa?

Ho il diritto di sentirmi male, di essere stanca e triste.

Non diventerò dalla mattina alla sera il direttore generale della mia impresa né la madre perfetta dei futuri geni. Provo un grande sollievo quando penso che tutto ha il suo momento e non devo fare tutto contemporaneamente! Per questo vi chiedo di essere buone con voi stesse. Mantenete la calma.

[Traduzione dal portoghese a cura di Roberta Sciamplicotti]

LEGGI ANCHE: Le 3 domande che ogni donna vorrebbe sentirsi rivolgere

Tags:
delusionedonnefamiglialavoromammeperfezione
Top 10
See More