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Questo sacerdote ha celebrato un matrimonio illegale e non se ne pente

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© Richard Lyons / Shutterstock

Arthur Herlin - pubblicato il 19/07/16

La misericordia esige a volte di andare al di là delle leggi umane...

“Io la vedo dal punto di vista della fede del pastore che ha aiutato una delle sue pecore a morire felice”: spiega così il fatto di non essersi affatto pentito padre Maurice Franc, parroco della parrocchia di Notre Dame du Rocher di Biarritz, in Francia.

Il 14 giugno scorso, il sacerdote ha officiato il matrimonio di una coppia senza che prima fosse stata unita da un atto civile.

In Francia è proibito dall’articolo 433-21 del Codice penale (ereditato dalla Rivoluzione), che raccoglie il divieto di “qualsiasi ministro di un culto” a procedere con una cerimonia religiosa di matrimonio senza che sia stato presentato in precedenza un certificato di matrimonio del Comune.


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Nonostante questo, il parroco ha accettato di unire gli sposi, visto che alla donna era stato diagnosticato un cancro in fase terminale.

“Sophie ha avuto difficoltà a esprimersi durante il consenso; il ‘Sì’ che ha pronunciato è stato tanto commovente quanto solenne, e mi vengono le lacrime agli occhi solo a ricordarlo”, ha affermato emozionato il sacerdote.

L’ultima cosa che Sophie ha vissuto davvero è stato quel ‘Sì’”, ha aggiunto. La cerimonia ha avuto luogo nella stanza della donna, costretta a letto.

“Nella stanza c’era una quindicina di persone, non c’era nulla di segreto”, ha aggiunto il parroco per smentire tassativamente le insinuazioni di alcuni mezzi di comunicazione.

La donna, di 50 anni, è morta due giorni dopo.

“Sophie irradiava una fede profonda e luminosa”

Lo scambio dei voti è stato ancora più toccante visto che era frutto di un autentico cammino spirituale condiviso dagli sposi.

Padre Franc aveva infatto accompagnato Sophie al Battesimo appena due anni fa: “Sophie voleva sposarsi da tempo, ma Jean-Claude, il suo coniuge, non era pronto. È stato il Battesimo di Sophie, e non la sua malattia, a risvegliare in lui un’autentica riflessione culminata con il matrimonio”, ha raccontato il sacerdote.

L’anno dopo si è però presentato il cancro, e la coppia ha dovuto rimandare il suo progetto. Nonostante la malattia, “Sophie irradiava una fede profonda e luminosa”, ha dichiarato padre Franc.

“Un gruppo di fedeli si è riunito intorno a lei, dandole sostegno fino al momento della morte”.

“Il matrimonio che ho celebrato non era illegale nel senso che intendiamo di solito. C’è un’indulgenza del legislatore. Se leggiamo l’articolo del Codice penale, dice in modo molto chiaro: ‘Ogni ministro di un culto che celebri in modo abituale…’, ed è questa la prova del fatto che il legislatore è consapevole che possono esistere condizioni eccezionali e che l’atto dev’essere reiterato per essere riprovevole”, sottolinea il sacerdote 54enne.

Quanto alla presunta richiesta presentata dallo sposo per far “constare il suo status di uomo sposato”, secondo quanto ha reso noto France Bleu, padre Franc è categorico: “Non è certo che sia andato al Comune a far valere i suoi diritti civili. È quello che dicono loro, ma io gli credo quando mi dice che in ogni caso Sophie non aveva nulla e che non immagina quale eredità potrebbe reclamare”.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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