La Curia di Napoli donerà gli alloggi di sua proprietà agli occupanti indigenti. Lo annuncia l’arcivescovo, il cardinale Crescenzio Sepe, alla presentazione della lettera pastorale «Vestire gli ignudi» che detta le linee di lavoro per il prossimo anno. La Curia sta procedendo alla ricognizione del patrimonio immobiliare. Le case verranno date a quanti le occupano da tempo e che si trovano in difficoltà economiche. La cessione riguarderà solo le case della diocesi (ci sono anche alloggi che appartengono a Ordini religiosi).
Gli ignudi sono quelli «che sono stati spogliati dei loro diritti, quei bambini che hanno subito violenza, quelle donne maltrattate, qui giovani che non hanno speranza per il loro futuro. Ed è a loro che la Chiesa di Napoli guarda». Lo ha detto l’arcivescovo di Napoli, il cardinale Crescenzio Sepe, presentando oggi alla stampa la lettera pastorale «Vestire gli ignudi» che detta le linee di lavoro per il prossimo anno pastorale. «Dobbiamo rivestire – ha ammonito il presule dinanzi al tre vescovi ausiliari della più grande diocesi del Mezzogiorno – coloro ai quali sono stati negati i diritti, privati dei vestiti della dignità. Quanti padri mi scrivono quotidianamente lamentandosi del fatto che non riescono a portare a casa un piatto per sfamare i loro figli».
«Non basta chinarsi sull’altro per metterlo in piedi. Se non si individuano le cause del suo malessere non si risolve il problema alla radice. Per questo, la forma più alta della carità è la politica, come capacità di elaborare una visione generale della società, di eliminare gli impedimenti, di formulare progetti tendenti al bene comune», si legge in una sintesi della lettera.
Per favorire la crescita del senso di responsabilità civica, si suggerisce, ha detto ancora il cardinale Sepe, «concretamente di delimitare alcuni territori d’intervento, mettere in rete le parrocchie, le scuole, le associazioni,il mondo delle professioni per realizzare insieme alcuni obiettivi comuni». La Chiesa di Napoli suggerisce di «intervenire sulle cause del disagio e della povertà e farsi promotori di una presa di coscienza di responsabilità civica da parte di tutti, istituzioni e semplici cittadini, cattolici e laici».