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Vertice cattolici-ortodossi a Roma per la discussa canonizzazione di Stepinac

Vatican Insider - pubblicato il 12/07/16

Si riuniranno domani a Roma, fuori dal territorio vaticano, i dieci membri della Commissione mista cattolico-ortodossa incaricata di studiare le questioni storiche nel contesto della canonizzazione del discusso cardinale croato Alojzije Viktor Stepinac (1898-1960), beatificato da Giovanni Paolo II il 3 ottobre 1998. Lo riferisce il sito vicino al Vaticano “Il Sismografo”. Il gruppo di studio, secondo alcune indiscrezioni, dovrebbe concludere i suoi lavori entro un anno o due e in questo suo primo incontro sarà stabilita una metodologia per raggiungere la decisione finale. 

La Commissione, coordinata da padre Bernard Ardura, Presidente del Pontificio Comitato di Scienze storiche, non discuterà della santità del cardinale beato; piuttosto, secondo la stampa croata, si occuperà di arrivare a conclusioni consensuali in base allo scambio di informazioni storiche e alla condivisione di analisi e approfondimenti. La Chiesa cattolica da sempre si è fortemente impegnata nel riconoscere al cardinale Stepinac, arcivescovo di Zagabria – incarcerato, processato e condannato nel 1946 dal regime comunista di Tito -, il suo profilo di pastore santo e fedele e perciò Giovanni Paolo II lo proclamò beato 18 anni fa provocando, da subito, resistenze e incomprensioni nel mondo ortodosso serbo e anche in alcuni settori ebraici. Le contestazioni di questi ambienti hanno sempre considerato il cardinal Stepinac un connivente con il regime filo-nazista di Ante Pavelic e con i massacri etnici perpetrati dagli ustascia contro i serbi ortodossi e gli ebrei. 

Nel 2011, in occasione del suo viaggio in Croazia, prendendo la parola nella cattedrale di Zagabria, dove Stepinac è sepolto, papa Benedetto XVI parlò del suo ruolo nella lotta contro ogni totalitarismo. La causa di canonizzazione del beato va avanti anche sotto Francesco, che ha raccontato come da giovane, in Argentina, seguisse con grande interesse e partecipazione la vicenda del «martire» croato, arrestato e condannato dopo la guerra, sotto il regime comunista di Tito. 

Della Commissione, in rappresentanza della parte cattolica, fanno il cardinale arcivescovo di Zagabria Josip Bozanic, mons. Antun Skvorcevic, vescovo di Pozega, mons. Ratko Peric, vescovo Mostar-Duvno e i professori Jure Kristo e Mario Jareb. I rappresentanti ortodossi sono il metropolita di Montenegro, Amfilohije Radovic, il metropolita di Zagabria-Lubiana, Porfirio, il vescovo di Pakrac, Jovan Irinej e Darko Tanaskovic, ex ambasciatore serbo presso la Santa Sede. 

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