Scappano dalla guerra, stretti nella morsa dell’Isis, del regime di Assad e dei ribelli. Fuggono inseguendo quello spirito di sopravvivenza che accomuna tutti gli uomini; sperano un giorno di fare ritorno nella loro terra, là dove hanno abbandonato i propri cari, ai quali avrebbero voluto dare una degna sepoltura, le case, i beni, la propria storia. Sono un milione e 300mila i profughi siriani in Libano, un Paese che prima di questa ondata contava 4,5 milioni di abitanti. Tra questi, donne, bambini e anziani… La maggior parte vive stipata in campi detti «champignons» perché sono cresciuti come i funghi, di notte e in ordine sparso, su terreni privati e «in cambio dell’ospitalità» si ritrovano a coltivare gratis i terreni dei proprietari. Sono abbandonati a se stessi in una nazione che è stremata con i servizi messi a dura prova. Restano lì in attesa, sospesi in un limbo che da una parte ha permesso loro di salvare la pelle dall’altra li costringe a vivere come «animali». Nel frattempo la Siria brucia sotto i colpi delle bombe sganciate e lanciate da mani diverse.
In un video-messaggio pubblicato il 5 luglio a sostegno della campagna promossa da Caritas Internationalis, il Papa aveva ammonito i «Paesi fornitori di armi» che «sono anche fra quelli che parlano di pace. Come si può credere a chi con la mano destra ti accarezza e con la sinistra ti colpisce?». Di fronte a questa situazione, la Caritas di Cracovia ha pensato, in occasione della Gmg, di rispondere in maniera concreta ai continui e ripetuti appelli di Francesco alla pace. E così ha dato vita a un progetto con lo scopo di aiutare i profughi siriani. Come? Acquistando delle cliniche mobili (la prima sarà inviata proprio in Libano) per prestare l’assistenza necessaria ai profughi. Tra gli obiettivi collegati, ci sono anche il «Campus Misericordiae» e il magazzino «Chleb Milosierdzia (Pane della Misericordia)» nella località di Brzegi. La raccolta fondi è stata lanciata sul sito www.we4charity.com/it e ognuno potrà scegliere in cambio del sostegno quale «ricompensa» ottenere, tra queste l’avatar nel Campus Misericordiae virtuale. Per la prima volta nella storia i pellegrini possono, infatti, segnalare la loro presenza in questo Campus virtuale: «Misericordes» è un progetto di crowdfunding internazionale indirizzato, in otto lingue, ai pellegrini che potranno segnalare la loro presenza virtuale alla Gmg anche se non saranno fisicamente a Brzegi.
«Abbiamo ricevuto – spiega padre Bogdan Kordula, direttore della Caritas di Cracovia – molte richieste di persone sulla possibilità di realizzare le parole del Papa. Per questo abbiamo deciso di creare il Campus virtuale per dare loro la possibilità di mostrare il proprio desiderio di essere alla Gmg e di rispondere alla Misericordia di Dio». Significativo il video #Misericordes dove tanti giovani volti (Stella per l’Italia, Clara per l’Argentina, Piotr per la Polonia, Marjan per l’Ucraina, Ada per il Brasile, Viktoria per la Germania, Barbara per gli Stati Uniti e Hughes per la Francia) si raccontano ed esprimono l’aspirazione a essere misericordiosi. Del resto il tema della Gmg («Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia») non ammette grandi interpretazioni. Nel suo messaggio, il Papa invita i giovani a riscoprire le opere di misericordia corporale: nella misericordia «c’è la verifica dell’autenticità del nostro essere discepoli di Gesù, della nostra credibilità in quanto cristiani nel mondo di oggi».
GUARDA IL VIDEO PUBBLICATO DALLA CARITAS DI CRACOVIA PER PROMUOVERE L’INIZIATIVA