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Come prepararmi al meglio per l’Eucaristia?

Calice vino eucaristia

© Public Domain

Catholic Link - pubblicato il 04/07/16

L'Eucaristia è il dono più grande che Dio ha dato agli uomini. Impariamo a predisporre il nostro cuore in modo da ricevere il Figlio di Dio in noi

di Ailín Fessler

Dio è un vero esperto nel fare regali, ce ne fa continuamente. Lui sa tutto di noi, come dice il Salmo 139, ed è a conoscenza di ogni dettaglio della nostra vita. Il suo amore e la sua presenza ci danno forza, ci aiutano e ci consolano. Sempre. Questi regali si manifestano nella nostra vita come grazie spirituali (che non si possono vedere ad occhio nudo) e come doni visibili. L’Eucaristia è il dono più grande che Dio ha dato agli uomini. Lui stesso (invisible) si dona a noi, ogni giorno, in un pezzetto di pane e in un po’ di vino consacrati (visibile).

Pecchiamo di superbia quando guardiamo agli atti divini con occhi umani, e pensiamo che dietro ogni celebrazione dell’Ultima Cena non ci sia niente di più di ciò che può avvenire in qualsiasi pasto domenicale con la famiglia. Ma ci dimentichiamo di una cosa… Dio è umile. Associamo Lui a dei “superpoteri” ma facciamo fatica a comprendere che la sua infinita umiltà è una delle sue qualità più belle, degna di essere imitata.

San Francesco di Sales (1567 – 1622), Dottore della Chiesa, sembrerebbe aver compreso il vero significato dell’Eucaristia, che ha voluto lasciare per iscritto. Grazie San Francesco! Credo di aver appena iniziato a comprendere, dopo aver letto questo breve e semplice scritto, l’enorme tesoro che ha scoperto per grazia di Dio.

Anima cara: la notte prima di ricevere la Sacra Comunione, preparati con aspettativa e amore. Se ti svegli durante la notte, riempi il tuo cuore o la tua bocca di parole di adorazione, preparandoti a ricevere Gesù. Mentre tu dormi Lui preparerà per te mille grazie e favori, se sei disposto a riceverli.

La mattina alzati con grande gioia, con la felicità tipica di chi aspetta. Una volta confessato, vai a ricevere – con fiducia ma anche con grande umiltà – il pane celeste, che ti nutre di immortalità. E dopo aver detto “Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa“, apri dolcemente la bocca e alza leggermente la testa. Ricevi, con fede, speranza e carità, Colui nel quale, per il quale e dal quale credi, speri e ami.


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Dopo aver raccolto la rugiada del cielo e il nettare più delizioso della terra, l’ape li trasforma in miele, che porta all’alveare. Allo stesso modo il sacerdote, dopo aver portato all’altare il Salvatore del mondo (vero Figlio di Dio – come rugiada scesa dal cielo – e vero Figlio della Vergine) lo pone con delicatezza nella tua bocca e nel tuo cuore.

Una volta che l’hai ricevuto, rendi omaggio al Re e Salvatore col tuo cuore; parla con Lui della tua vita interiore, contemplalo dentro di te, perché è lì per la tua felicità; e infine comportati in modo che tutte le tue azioni possano riflettere il Dio che è in te. Ma quando non è possibile avere la gioia di ricevere fisicamente la Comunione durante la Messa, almeno ricevila nel tuo cuore e nel tuo spirito unendoti, con fervido desiderio, alla carne vivificatrice del Salvatore.

Il tuo grande desiderio, nella Comunione, deve essere di crescere, di diventare più forte e di consolarti nell’amore di Dio. Bisogna ricevere con amore ciò che solo per amore ti è dato.

Se il mondo ti chiede perché ricevi la Comunione con così tanta frequenza, rispondi che lo fai per imparare ad amare Dio, per purificarti delle tue imperfezioni, per consolarti nelle tue afflizioni e per cercare sostegno nelle tue debolezze.

E rispondi che sono due le categorie di persone che hanno bisogno di ricevere la Comunione frequentemente: chi è perfetto (perché se non lo facesse non si accosterebbe alla fonte della perfezione) e chi è imperfetto (affinché possa aspirare ad esserlo).

I forti, affinché non si indeboliscano, e i deboli, affinché diventino forti; i malati, affinché guariscano, e chi è sano, affinché non si ammali. E tu, se sei imperfetto, debole e malato, hai bisogno di essere più vicino alla perfezione, alla forza, al tuo medico.

Chi non è molto impegnato deve accostarsi all’Eucaristia perché ha il tempo di farlo, e chi lavora molto deve farlo perché è una sua esigenza (perché chi è sovraccaricato e affaticato deve nutrirsi frequentemente).

Dì che ti accosti al Santissimo Sacramento per imparare a riceverlo al meglio. Perché non si può fare bene ciò che si fa sporadicamente. Ricevi la comunione il più spesso possibile.

E credimi, d’inverno le lepri di montagna diventano bianche perché non mangiano altro che neve.  Nello stesso modo anche tu, a forza di adorare e di nutrirti di bellezza, bontà e purezza nel divino Sacramento, diventerai bella, buona e pura.

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[Traduzione dallo spagnolo a cura di Valerio Evangelista]

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