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La bellezza divina vista da van Gogh e Chagall

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Daniel R. Esparza - pubblicato il 04/07/16

Una mostra eccezionale che contestualizza e analizza più di un secolo di arte religiosa moderna

Cos’hanno in comune Chagall, Van Gogh, Picasso e Rouault? Non è solo il fatto di essere degli artisti, ma anche la condivisione di alcuni temi nei loro lavori. Tra questi, forse il più inaspettato è quello religioso (si leggano a tal proposito gli articoli “Chagall e la Bibbia” e “Vincent van Gogh e l’anelito del perfetto cristiano).

La Fondazione Palazzo Strozzi, in collaborazione con l’arcidiocesi di Firenze, ha presentato di recente “Bellezza divina tra van Gogh, Chagall e Fontana”, un’esposizione che cerca di studiare il rapporto tra la bellezza e la sacralità nel dibattito artistico dei secoli XIX e XX.

“Tardi ti amai, bellezza così antica e così nuova”

L’esposizione ha mostrato il trattamento estetico che autori molto diversi come Redon, Chagall, Millet, Munch, Morelli, Picasso e Rouault, solo per citarne alcuni, riservano a scene tradizionali dell’arte sacra occidentale come la crocifissione, la Veronica, la Pietà e la Croce, tra le altre, evidenziando così il ruolo dell’arte religiosa, contrariamente a quanto si pensa normalmente, come uno degli elementi che hanno contribuito alla formazione dello scenario dell’arte contemporanea.

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Non si tratta solo dell’opportunità di vedere, oltre a uno dei palazzi più emblematici del Rinascimento italiano, opere dei grandi maestri dell’arte moderna e contemporanea che potrebbero spingere lo spettatore a visitare più di una dozzina di musei, ma si presenta anche un punto di vista inedito fino ad oggi, che arricchisce la comprensione della storia dell’arte tradizionale del XIX e del XX secolo.

[Traduzione dal portoghese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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