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Austria, elezioni annullate. Schönborn: garanzia di libertà

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Vatican Insider - pubblicato il 03/07/16
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“In Austria dobbiamo essere riconoscenti per il fatto di avere elezioni libere e segrete e giudici della Corte Suprema che proteggono tale diritto di voto”. Così il cardinale Christoph Schönborn, arcivescovo di Vienna e presidente della Conferenza episcopale austriaca, dopo che la Corte costituzionale del Paese ha annullato l’esito delle elezioni presidenziali, tenutesi il 22 maggio scorso e vinte dal candidato dei Verdi, Alexander van der Bellen – per soli 30mila voti – contro il populista Norbert Hofer. 

Libertà costruita su basi solide e durature  

“È un fatto incontrovertibile – sottolinea il porporato, citato dall’agenzia Sir e riportato da Radio Vaticana – che l’intero processo decisionale sia stato un forte segno di vita della nostra democrazia e dello stato di diritto”. “Se siamo ora chiamati a scegliere di nuovo – ha aggiunto – non si dovrà votare con arroganza trionfalistica o con atteggiamenti rabbiosi, bensì nella consapevolezza riconoscente che la nostra libertà è costruita su fondamenta solide e durature”. Diversi rappresentanti ecclesiali e di organizzazioni cattoliche ed evangeliche hanno espresso pareri positivi sulla decisione della Corte costituzionale. 

Incentivare la partecipazione dei cittadini, il voto è un dovere civico  

Ad esempio, il presidente dell’Azione cattolica (KaÖ), Gerda Schaffelhofer, ha sottolineato che “ogni voto ha un peso” e ha chiesto a tutti gli aventi diritto di considerare attentamente chi scegliere tra i due candidati, “valutando accuratamente” chi sia il più adatto, tra loro, alla più alta carica dello Stato. Per Helmut Kukacka, presidente dell’Unione delle associazioni cattoliche (Gab) la sentenza della Corte costituzionale è un segnale che i futuri turni di votazione debbano essere gestiti con rigore e le violazioni sanzionate. Per il presidente della Gab, inoltre, “bisogna risolvere il problema della scarsa partecipazione” al voto, “perché nessuno dei candidati ha incontrato l’approvazione della grande popolazione, mentre la partecipazione alle elezioni è un dovere civico”. 

Rivedere le procedure elettorali per evitare vizi di forma  

Dal suo canto, Ingeborg Gabriel, vice presidente di Iustitia e Pax Europa, evidenzia come la Corte abbia riscontrato vizi di forma nella procedura elettorale, e non brogli o manipolazioni vere e proprie. Questo significa, conclude Gabriel, che in futuro bisognerà rivedere le procedure elettorali, nelle quali si riscontrano aspetti controversi, come l’apertura delle schede elettorali postali il giorno dopo la votazione, e non contemporaneamente.  

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