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Francesco a Lesbo visita un campo profughi e prega per i migranti defunti

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Vatican Insider - pubblicato il 02/07/16
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Visita a un campo profughi, dove saluterà centocinquanta minori ospiti della struttura, pranzo in un container con otto rifugiati, cerimonia al porto per le «vittime delle migrazioni» con un discorso, un minuto di silenzio e il successivo lancio in mare di una corona di alloro. È questo il programma della «visita di natura strettamente umanitaria ed ecumenica» che papa Francesco svolgerà sabato prossimo, insieme al patriarca ecumenico Bartolomeo e all’arcivescovo ortodosso di Atene, all’isola greca di Lesbo. Francesco, accolto dal premier greco Alexis Tsipras, arriverà alle 10,20 e ripartirà alle 15 in questo viaggio di un giorno che, dopo quello a Lampedusa del luglio 2013, non rappresenta, ha spiegato il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, una «critica» all’Unione europea o alla Turchia, sebbene «il fatto stesso che ci sia una grave situazione di carattere umanitario su cui richiamare l’attenzione significa che c’è ancora molto da fare per soluzioni degne dell’uomo». 

Il Papa si reca a Lesbo, isola «vicinissima alla costa turca», per «intervenire di nuovo, come aveva già fatto a Lampedusa, in un momento di grave crisi migratoria», ha detto il Gesuita in un briefing dedicato alla tredicesima trasferta di Francesco fuori dall’Italia. «Trovo notevole – ha aggiunto – che dei viaggi compiuti da papa Francesco in Europa, abbiamo Tirana, Turchia e Sarajevo, oltre al Parlamento europeo, e questa quarta volta va di nuovo nell’area balcanica e verso il confine orientale dell’Europa, per visitare persone e luoghi particolarmente toccati da necessità particolarmente gravi». Sottolineando che la preoccupazione per i migranti e i rifugiati è «condivisa» dalla Chiesa ortodossa greca e dal Patriarca ecumenico, con il quale il Pontefice ha una «profonda sintonia», Lombardi ha qualificato questa di sabato come una «visita umanitaria ed ecumenica». 

Il programma del viaggio prevede che il Papa, accompagnato dal seguito e da un gruppo di giornalisti, partirà da Roma Fiumicino alle 7 di mattina e arriverà all’aeroporto di Mytilene, capoluogo dell’isola di Lesbo, alle 10,20. Ad accoglierlo il premier greco Alexis Tsipras, che Francesco aveva peraltro ricevuto una volta in Vaticano diversi mesi prima che venisse eletto, e che rimarrà sull’isola per tutta la permanenza del Papa, con «discrezione», accompagnandolo nel pomeriggio all’aereo di ritorno, ma senza mai pronunciare un discorso pubblico. Presente anche il presidente della Conferenza episcopale greca, monsignor Fragkiskos Papamanolis. Alle 11 Francesco si reca poi in minibus, con Bartolomeo e l’arcivescovo di Atene Ieronymous, al Mòria refugee camp, che ospita circa 2.500 profughi richiedenti asilo. Qui, lungo le transenne, saluta 150 minorenni ospiti del centro. I tre leader religiosi attraversano il cortile dedicato alla registrazione dei profughi e raggiungono la grande tenda dove salutano individualmente circa 250 richiedenti asilo, poi ognuno pronuncia un breve discorso e firma una dichiarazione congiunta. Il pranzo si svolge con otto rifugiati, rappresentativi di tutta la popolazione del campo (prevalentemente siriani) nel container alle spalle del podio. Il fatto che molti degli ospiti del centro siano musulmani è la riprova, ha detto Lombardi in risposta, che «l’attenzione della Chiesa per i profughi e per le questioni umanitarie va al di là delle confessioni», e papa Francesco personalmente ha già incontrato, per esempio al Cara visitato per la recente Messa del Giovedì santo, diversi profughi di religione musulmana. Alle 13,30 trasferimento in minibus per il secondo appuntamento pubblico, al porto di Lesbo, dove Francesco, Bartolomeo e l’arcivescovo di Atene incontrano la cittadinanza e la locale comunità cattolica prima e presiedono poi una cerimonia in «memoria delle vittime delle migrazioni». Dopo il discorso del Papa, tradotto in greco dal parroco di Lesbo, i tre leader religiosi recitano ciascuno una breve preghiera per i migranti defunti, osserveranno poi un minuto di silenzio, e riceveranno infine da tre bambini corone di alloro che verranno lanciate in mare. La visita si conclude con il trasferimento in minibus all’aeroporto, dove il Papa incontrerà privatamente prima l’arcivescovo di Atene, poi Bartolomeo, e infine il premier greco Tsipras, che lo accompagnerà infine all’aereo. Il Papa durante il volo di ritorno sarà prevedibilmente «disponibile a una conversazione con i giornalisti che lo accompagnano», ha detto Lombardi. L’arrivo all’aeroporto di Ciampino è previsto per le 16,30.  

Lombardi ha contestato che questo viaggio sia da interpretare come una critica alle politiche migratorie dell’Unione europea sottolineando che si tratta di «una visita di carattere umanitario ed ecumenico», e «in questo senso non credo che da parte nostra debba essere definito come una critica», ma, «certamente» molte persone «soffrono di problemi le cui soluzioni non sono state trovate» e «il fatto stesso che ci sia una grave situazione di carattere umanitario su cui richiamare l’attenzione significa che c’è ancora molto da fare per soluzioni degne dell’uomo». Quanto alle controverse politiche della vicina Turchia, «non ho da aggiungere o anticipare quello che il Papa dice», ha tagliato corto Lombardi. Il Portavoce vaticano non ha dato molto peso alle perplessità espresse in merito al viaggio papale da tre vescovi ortodossi greci nei giorni scorsi, limitandosi a rilevare che «non mi pare sia un problema risentito dall’insieme della popolazione» e sottolineando che, pure senza lettera ufficiale, il sinodo locale ha «manifestato la sua gioia e la sua partecipazione» per questa visita. Quanto alla sicurezza, le autorità greche, ha confidato Lombardi, hanno previsto che l’organizzazione «permetta il contatto con un’ampia rappresentanza dei presenti in un quadro che assicuri che la visita si svolga con serenità». 

Leggi l’analisi di Tornielli – La visita del Papa a Lesbo, ecumenismo sul campo  

Leggi anche l’intervista con il cardinale Schönborn – “Il Papa va a Lesbo per ricordarci chi è il nostro prossimo”  

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