Operatori delle diocesi e del Vaticano impegnati nella crisi umanitaria in Siria partecipano da ieri al due luglio a una sessione di formazione nei pressi di Beirut, in Libano. L’iniziativa – promossa dal Pontificio Consiglio Cor Unum con la collaborazione di tre organismi cattolici di carità, Catholic Relief Service (CRS), Aid to the Church in Need (ACN) e Missio – è annunciata da Cor unume, e mostra come «la crisi in Siria, Iraq e paesi limitrofi continua a essere al centro delle preoccupazioni della Santa Sede e della Comunità internazionale per la gravità che si è prodotta a seguito della guerra».
Partecipano all’incontro in Libano, – che prevede formazione teologica, incontri tecnici, analisi delle metodologie nel campo umanitario, lezioni di «capacity building» e «project management», programmazione, pianificazione, implementazione, conclusione e rendicontazione dei progetti – 11 vescovi, rappresentanti di istituti religiosi maschili e femminili, personale impegnato nell’attività caritativa dalla Siria, provenienti dalle diverse diocesi. Per Cor Unum è presente il segretario monsignor Giampietro Dal Toso; anche il nunzio apostolico nel Paese, monsignor Mario Zenari, accompagna i lavori. Il percorso è nato sulla base di una esigenza espressa da rappresentanti di organismi di carità e vescovi nel corso della terza riunione sulla crisi umanitaria in Siria, Iraq e nei paesi limitrofi, organizzata da Cor Unum il 17 settembre 2015.
Secondo i dati disponibili, ricorda Cor unum, dal 2011 il conflitto in Siria avrebbe provocato finora circa 400 mila vittime e 2 milione di feriti. Attualmente sono più di 12 milioni le persone bisognose di aiuto in Siria e oltre 8 milioni in Iraq; i rifugiati interni sono più di 6 milioni in Siria e più di 3 milioni in Iraq, mentre al meno 4 milioni sono i rifugiati siriani in tutta l’area del Medio Oriente: in particolare, 1,9 milioni in Turchia, 1,1 milione in Libano, più di 600 mila in Giordania. In base ai dati della prima «Indagine sull’aiuto umanitario delle entità ecclesiali nell’ambito della crisi siriana e irachena per l’anno 2014-2015», prodotta da Cor Unum e presentata lo scorso settembre, risulta che nel 2015 le istanze della Chiesa cattolica hanno mobilitato più di 150 milioni di dollari a favore di un numero di beneficiari diretti vicino ai 5 milioni; mentre i settori di intervento prioritari sono stati finora: istruzione (più di 37 milioni di dollari); aiuto alimentare (più di 30 milioni di dollari); fornitura di beni non alimentari (circa 25 milioni di dollari); sanità (circa 16 milioni di dollari); sostegno per l’alloggio e il pagamento degli affitti (più di 10 milioni di dollari). Al momento è in corso l’Indagine relativa al periodo 2015-2016.