«Il Ttip, il Trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti attualmente in discussione, può essere una cosa buona solo se tiene alta l’asticella. Cioè se aumenta la ricchezza ma a patto che sia distribuita equamente, perché la persona viene prima del profitto; se accresce la disponibilità di prodotti purché questi (bistecche, pomodori, arance…) siano salubri nella misura più alta; se incrementa produzioni e commerci, ma solo se contemporaneamente diventa più lieve l’impatto sull’ambiente».
Lo scrivono i direttori dei settimanali diocesani del Triveneto, che firmano insieme l’editoriale dell’inserto comune dedicato al tema dell’agroalimentare.
Da oggi, infatti, nei settimanali diocesani del Nordest – in più di 100mila copie – esce una pubblicazione comune, con la testata “Bio Buono Giusto”.
L’inserto propone una carrellata di esperienze nuove e che hanno per protagonisti soprattutto giovani. Tutte sono caratterizzate dalla scelta del biologico, del non spreco e dell’attenzione per le persone e il loro lavoro. Un po’ come indica l’enciclica “Laudato si’” di papa Francesco.
In questo senso anche l’editoriale comune dei direttori, che si concentra, appunto, sul discusso Trattato Ttip: «Papa Francesco, nella Laudato si’ – concludono i direttori – sottolinea più volte, parlando di agricoltura e alimentazione, rischi che assomigliano a quelli ventilati se passerà il Ttip come sembra formulato fino ad oggi: dalla concentrazione delle proprietà alla precarizzazione del lavoro, dalla follia dello spreco per troppa produzione all’imprevedibilità dell’impatto ambientale di certe tecnologie».