
Il lavoro, che già era molto, aumentò. Venni autorizzato a lavorare a Shanti Nagar, una “città” fondata da Madre Teresa per ospitare i lebbrosi, sempre vittime di preconcetti (leggasi violenza). Amavo quel lavoro. Stremava, ma era appassionante! Mancavano le risorse, ma sovrabbondava l’amore! Madre Teresa aveva bisogno di essere in costante movimento, chiedendo aiuto per le risorse più elementari. Non sapevamo mai da dove sarebbe arrivato il cibo il giorno seguente, né se ci sarebbe stato. Vivevamo di Provvidenza, letteralmente. Per questo, vivevamo in preghiera.
Senza preghiera sarei andato in panne! Madre Teresa era gentilissima con tutti, ma non sentimentale. Era ferma, decisa, pratica. Le piaceva cantare e che le persone cantassero. Le piaceva molto sentirmi cantare “À la claire fontaine”, una canzone infantile, e “Teresina di Gesù”. Tradussi il testo per lei, e osservò che era un insegnamento sulla Santissima Trinità (“Accorsero tre cavalieri…”). E lo è davvero!
Lavorava più di qualsiasi altra persona che abbia conosciuto. In qualsiasi momento in cui qualcuno la guardava stava lavorando, senza uscire dallo stato di preghiera. Nel corso degli anni ho visto la sua salute declinare. Diventava impaziente quando la sua energia fisica non accompagnava la sua incredibile energia spirituale.
Quando ho perso la mia famiglia ho trovato conforto in lei. Quando i miei amici, la donna che amavo e tutta la sua famiglia sono stati assassinati in un terribile massacro, nel 1994, è stato in lei, ormai anziana e molto malata, che ho trovato conforto. Cos’ha detto? Niente. Era semplicemente lì.
[Traduzione dal portoghese a cura di Roberta Sciamplicotti]
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