7. Prendersi cura del prossimo è anche permettere che le sue ferite siano sanate
La nostra carità non deve invalidare l’altro, bensì portarlo a sanare le sue ferite. A prendersi cura di se stesso affinché possa poi vivere la carità non soltanto persona amata, ma anche come colui che ama. Abbiamo tutti la capacità di amare.
8. Amare il prossimo significa riconoscere il suo valore
San Paolo ci dice: “Ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso, senza cercare il proprio interesse, ma anche quello degli altri. Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù” (Filippesi 2, 3-5). Amare caritatevolmente implica che chi è al mio fianco ha valore, è importante e degno di essere amato. Perché Gesù stesso lo ha amato.
9. La carità è disinteressata
Amiamo perché Gesù l’ha istituito come comandamento. Amiamo perché è il centro della vita cristiana. Amiamo perché abbiamo sperimentato l’amore di Dio. Non facciamo nulla di tutto questo per interesse, per apparire, per dare mostra di noi stessi o per ottenere dei riconoscimenti.
10. La carità non è soltanto un sentimento buono
LEGGI ANCHE: Essere una “brava persona” non è sufficiente
Sant’Agostino disse: “Com’è fatto l’amore? Ha mani per aiutare gli altri. Ha piedi per affrettarsi verso i poveri e i bisognosi. Ha occhi per vedere la miseria e la penuria. Ha orecchie per sentire i sospiri e i lamenti degli uomini. Ecco com’è fatto l’amore”.