Quella notte ero arrabbiata con me stessa, e anche con Dio, per la ricchezza d’amore nella mia vita che non ho fatto nulla per meritare, mentre a pochi metri di distanza vive un Lazzaro che sarebbe ben lieto di raccogliere le briciole della mia tavola, la pace e il conforto che per me sono normali. La sua vita sembra completamente solitaria e infelice, e i suoi fardelli troppo pesanti perché la sua mente distrutta li possa comprendere.
Sue mi ricorda la bambina di nove mesi della porta accanto, nata con la toxoplasmosi, un’infezione parassitaria che l’ha lasciata cieca, mentalmente disabile e devastata da attacchi quotidiani. Un’altra vicina, una signora anziana, mi ha confidato che forse sarebbe meglio – e un sollievo per i suoi genitori – che non vivesse a lungo, visto che quella bambina non ha una grande prospettiva di vita davanti a sé.
Per mia vergogna, mi sono ritrovata a pensare questo anche di Sue. Cosa l’aspetta nella vita? Solo solitudine, confusione e dolore, mentre il mio futuro ha l’aspettativa di amore e risate, figli e nipoti.
Ma il contenuto di una vita non ne determina il valore.
Ero arrabbiata con Dio per conto di Sue perché la vita dovrebbe essere preziosa, ma non c’è niente nella sua esistenza che mi sembri tale. Ma Dio vede di più. E non resta in silenzio. Mi ha già detto che Sue, che è povera, affamata e addolorata, ha un futuro, e anche glorioso: “Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati gli afflitti, perché saranno consolati… Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati”.
La promessa di Cristo per Sue non mi conforta molto, e non riesce ad allentare la stretta che ho al cuore quando passo davanti a casa sua, ma il fatto che io mi senta confortata o meno da questa promessa non conta affatto. Ciò che conta è che è sempre una promessa, e che verrà il giorno in cui le lacrime di Sue verranno spazzate via.
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Anna O’Neil è laureata presso il Thomas More College of Liberal Arts. Ama le mucche, la confessione e il giallo, non necessariamente in quest’ordine. Vive nel Rhode Island (Stati Uniti) con il marito e il figlio, e cerca di ricordare che, come ha detto Chesterton, “se vale la pena fare una cosa, vale la pena farla male”.
[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]