di Andrés D’ Angelo
Quando ho letto che Papa Francesco ha detto che “molti matrimoni sacramentali sono nulli” sono quasi caduto a terra. Io avevo maturato già da tempo la stessa ipotesi! Lavoro come consulente familiare e intervistando coniugi in crisi e analizzando come e perché si sono sposati, ho scoperto che molte volte si sono accostati al sacramento come a una semplice benedizione, considerandolo più come un’usanza sociale che come una realtà soprannaturale. Ecco perché molte volte la Grazia Sacramentale non agisce! Semplicemente perché non è presente! Di fronte ai tantissimi matrimoni in crisi dobbiamo chiederci se queste persone si sono davvero sposate “come Dio comanda”. Molte volte la risposta alle crisi è lì, nella mancanza di comprensione degli effetti del sacramento sui coniugi e sui figli.
Un altro problema diffuso è quando i coniugi finiscono col diventare “sconosciuti”. Si conoscono, si innamorano e si sposano, perché sono innamorati. E quando l’innamoramento va via, vogliono lasciarsi. Non si capiscono più, le farfalle nello stomaco sono state brutalmente digerite dalla routine e ora non sanno più che fare di questa relazione che non funziona più.
Pertanto, oltre ad approfondire la catechesi matrimoniale prima e dopo il matrimonio stesso, il futuro marito deve dialogare con l’altra persona in modo da prevenire e ridurre al minimo il rischio di queste crisi. E quali domande devono porsi i futuri sposi affinché questo dialogo renda frutti? Di quali temi devono parlare?
1. Comprendiamo realmente il dono e il mistero del sacramento del matrimonio?

Il matrimonio è un sacramento, e i sacramenti sono segni tangibili della Grazia. E qual è la Grazia di questo specifico sacramento? Il perfezionamento dei coniugi! Questo non vuol dire che il mio compito è di perfezionare mia moglie, ma che anzi ho bisogno dell’aiuto della Grazia per perfezionare me stesso nella relazione con lei. Tutti vogliamo sposarci con il Signor Perfetto o con la Signora Perfetta, ma pochissimi sono disposti a diventare tali per il bene dell’altro. Ed è qui che entra in gioco la Grazia!
2. Stiamo prendendo veramente un impegno?

Assicuriamoci di voler rimanere uniti “nella buona e nella cattiva sorte”. Il fidanzamento è il tempo designato per prepararci al matrimonio. E abbiamo bisogno di preparazione per essere fedeli, per amare nella salute e nella malattia, nelle prosperità e nelle avversità, per dire ‘Sempre!” (o almeno fino a che morte non ci separi). Questa volontà di impegnarsi, questo “per sempre” è un qualcosa di cui dover parlare se decidiamo di sposarci. Poi, quando verranno le difficoltà (e verranno), ci aggrapperemo a questa decisione: “Questa difficoltà dobbiamo risolverla, perché abbiamo deciso di essere sposati per sempre”.