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La domanda che dovresti porti ogni giorno

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Joseph von Fuhrick - PD

Silas Henderson - pubblicato il 27/06/16

Ricordi il tuo primo incontro con Cristo?

Nessuno che ha messo mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio

Lc 9, 62

Pensate mai a quei primi uomini e a quelle prime donne che hanno seguito Gesù? Dopo tutto, erano quelli a cui erano indirizzate le sue sagge parole. Erano i malati e i derelitti che chiedevano guarigione e pienezza. Senza di loro, non avremmo le grandi storie di perdono, visto che Gesù ha teso una mano amorevole e ha condiviso un pasto con chiunque andasse da lui con cuore aperto. Sono una parte essenziale della missione di Gesù.

Mentre riflettiamo su quelle folle che seguivano Gesù, potremmo chiederci perché lo facessero.

Era perché avevano sentito parlare di questo grande taumaturgo e saggio che stava insegnando la loro vecchia fede in un modo nuovo? È possibile.

Erano solo curiosi che speravano di vedere un miracolo – forse qualcuno camminare o vedere per la prima volta dopo decenni, o qualcuno risorto dai morti? Forse.

Forse gli amici o i vicini hanno detto loro: “Ehi, hai sentito parlare di quel maestro di Nazareth? Oggi andiamo a mangiare e a sentirlo predicare vicino alla montagna. Ti va di venire?” Scommetto che molti saranno arrivati da Gesù in questo modo.

Penso, però, che quello che è capitato più di frequente è stato che le persone che sentivano Gesù insegnare e predicare, che vedevano le meraviglie che compiva, sono state cambiate da quell’esperienza. Hanno incontrato Dio in modo nuovo ed erano così emozionate da volerlo condividere. Forse erano così eccitate da non riuscire neanche a parlarne. Dopo tutto, quanti di noi si sentono così pensando a un film o a un libro che li ha toccati, o anche quando hanno un bel pettegolezzo tra le mani? E allora perché quegli uomini e quelle donne, tanti secoli fa, non potrebbero aver condiviso le notizie su Gesù in questo stesso modo?

Il Vangelo di questa domenica inizia con San Luca che ci dice: “Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme”.

Quello che segue – sia nel Vangelo domenicale che nei passi dal Vangelo di Luca che ascolteremo nelle prossime settimane – ci aiuta a vedere Gesù come il grande profeta che si fa strada verso Gerusalemme, insegnando sul Regno di Dio, la conversione e il discepolato.

Il Vangelo di questa domenica, con le sue varie sezioni, ci invita a porci una domanda: “Perché sto seguendo Gesù?”

È una domanda che dovremmo porci spesso, se non ogni giorno. Dio ha raggiunto ciascuno di noi, chiedendoci di seguire suo Figlio – di continuare quell’opera. Per alcuni di noi, questa chiamata potrebbe essere stata un’esperienza drammatica della grazia di Dio che ha fatto irruzione nella nostra vita in un momento di crisi o di gioia. Per la maggior parte di noi è stata meno “forte”. Abbiamo la sensazione che è la via da percorrere. Per me è un po’ tutte e due le cose. Sono sempre stato una persona di chiesa – e sono un religioso –, ma riesco anche a riconoscere momenti di grazia in cui mi sembra di ricevereun “Sì” da Dio – sì, questa è la direzione in cui dovrei muovermi; sì, è così che posso continuare al meglio il lavoro di Gesù, proprio ora. Come ha parlato Dio a voi?

Lo ha fatto in un momento felice della vostra infanzia, forse una vacanza con parenti rumorosi e troppo cibo? Oppure nel primo sorriso che avete condiviso con il vostro coniuge o un’altra persona significativa? O ancora alla nascita di un figlio o di un nipote?

Avete sentito Dio parlarvi quando quel vostro amico vi ha chiamato e vi ha detto che gli era stato diagnosticato un cancro? O quando avete sentito la notizia di un altro atto di violenza senza senso? Dio usa i momenti quotidiani della nostra vita – felici e tristi – per invitarci a seguirlo, a rinnovare il nostro “Sì!” ad essere la presenza di Gesù nel mondo.

Quando diciamo “Sì” e ci accingiamo a seguire la via che ci ha mostrato, ci viene dato il privilegio di condivdere l’opera divina di creare un mondo più bello, più sano e più sacro.

In che modo le letture di questa domenica vi hanno invitato a seguire Gesù in modo più fedele?

Quando vi ha raggiunti la grazia di Dio, aiutandovi a discernere la volontà divina per voi?

Cosa vi impedisce di dire un “Sì!” senza esitazioni all’invito di Gesù?

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Silas S. Henderson è in formazione con la Società del Divin Salvatore (Salvatoriani) e attualmente è caporedattore della Abbey Press Publications e della rivista Deacon Digest. È autore di numerose riflessioni e libri. Si può contattare su www.fromseason2season.blogspot.com e www.facebook.com/SilasSHenderson.

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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