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Preghiera agli Arcangeli in questi giorni di terrore e dolore

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dominio pubblico

Elizabeth Scalia - Aleteia - pubblicato il 16/06/16

Se abbiamo bisogno dell'assistenza degli angeli, facciamo un'azione fondamentale: preghiamo

Sta diventando insopportabile leggere i titoli di giornale.

Prima l’attacco terroristico che ha falciato molte vite, portando con sé una pesante atmosfera di divisione. Proprio nel momento in cui è necessario restare uniti e concentrarci sulla nostra umanità comune per riconoscere la dignità della persona umana. Di ogni persona, di ogni vita umana. Perché negare tale riconoscimento vorrebbe dire la morte di tutti noi.

Poi l’imprevedibile morte di un bambino che sui social media ha generato macabre ironie ed esternazioni politiche al limite del disumano.

La dignità dell’uomo è messa a dura prova. Cosa siamo diventati?

Ci viene detto che la preghiera è inutile. Alcuni la descrivono addirittura come uno “strumento inefficace” per affrontare i momenti di confusione e di dolore trascendente. Ma i credenti sanno che queste affermazioni sono sbagliate. Le azioni hanno il loro peso, certamente, ma a volte dimentichiamo che anche la preghiera è azione. Un’azione fondamentale. È essa a sostenere tutte le altre azioni, perché ha uno scopo più grande, uno scopo che è il perfetto balsamo per le ferite trascendenti: è puro amore trascendente.

Il maggiore degli Arcangeli, Michele, è un angelo guerriero. Il suo nome significa: “Chi è come Dio?” e non è un caso che noi preghiamo “San Michele Arcangelo, difendici nella battaglia contro le insidie e la malvagità del demonio…”


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Il secondo più potente è Gabriele, l’angelo delle annunciazioni e Messaggero di Dio. È lui che ha parlato a Daniele, a Zaccaria e ovviamente alla Beata Vergine Maria, muovendosi tra cielo e terra per far adempiere gli scopi di Dio. “Io sono Gabriele che sto al cospetto di Dio…” (Luca 1:19). Molto spesso, quando chiedo al mio angelo custode di porre un mio bisogno davanti al trono di Dio, penso a Gabriele. Il suo nome significa “Forza di Dio”. Ci vuole molta potenza per essere un costante canale di comunicazione.

Poi c’è Raffaele, “uno dei sette angeli che sono sempre pronti ad entrare alla presenza della maestà del Signore” (Tobia 12:15). Lui è meno conosciuto. È un angelo a cui viene riconosciuto il potere di portare guarigione, per compiere la volontà di Dio. Il suo nome significa infatti “Dio guarisce”. Lo incontriamo nel Libro di Tobia, dove lega un diavolo e prescrive rimedi per delle malattie che oggi potremmo quasi trovare in qualche libro di medicina cinese. Alla sua figura viene tradizionalmente collegato l’angelo che scendeva regolarmente sulla piscina di Betzaeda (le cui acque, agitate dall’angelo, avrebbe guarito chi vi fosse entrato a contatto).

I nostri tempi turbolenti hanno bisogno di tutte e tre queste figure angeliche. Preghiamo insieme.

Oh santi Arcangeli, primi ed eterni servitori di Dio Creatore, invochiamo voi per i vostri incarichi celesti.

Invochiamo te, Michele, il Grande Difensore,
invochiamo te, Gabriele, Consigliere Santo,
invochiamo te, Raffaele, che porti guarigione.

Ascoltate le preghiere di un popolo che ha grande bisogno della vostra protezione per sopravvivere in quest’epoca così confusa, violenta e divisa. Aiutaci a discernere il ruolo che abbiamo – in quanto Popolo di Dio, Popolo di Cristo, Popolo della Croce e della Resurrezione – nel tumulto che ci circonda.

Michele, riconosciamo di essere chiamati a difendere chi è vittima di aggressione ed emarginazione, a sostenere il mite e a proteggere il debole. Noi vogliamo rispondere a questa chiamata, ma la nostra natura fallace ci trattiene, ci incute timore e ci priva della fiducia.

Abbiamo bisogno della potente difesa di Michele per perseguire ciò che è buono e giusto, affinché anche noi possiamo sostenere la luce e combattere contro le tenebre, senza vacillare.


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Gabriele, riconosciamo che ciò che diciamo spesso è troppo urlato, collerico e che non sempre siamo propensi all’ascolto sincero, quell’ascolto che tramuta il rumore in vera comunicazione.

Abbiamo bisogno della capacità che ha Gabriele di ascoltare ciò che viene detto – piuttosto che ciò che vorremmo ascoltare – e di trasmettere il messaggio che ci è stato richiesto di diffondere con semplicità e chiarezza. Affinché il nostro sì sia “sì” e il nostro no sia “no”, in modo da anteporre gli scopi di Dio ai nostri.

Raffaele, ammettiamo che troppo spesso siamo inclini a fare del male al prossimo. Con le nostre parole, con le nostre congetture maliziose, con le nostre azioni. Sappiamo che stiamo facendo ammalare il mondo con la saliva delle nostre lingue malvagie.

Abbiamo bisogno del desiderio che ha Raffaele di guarire ciò che è stato infettato, di riparare ciò che è infranto, di essere veri compagni di viaggio (come Raffaele lo è stato viaggiando insieme a Tobia) in modo da instaurare una fiducia tale da rendere possibile una guarigione duratura.

Ascoltate la nostra supplica, oh arcangeli, affinché possiate distribuire sulla nostra natura fallace i vostri doni eterni e pieni di grazia. Perché non siamo in grado da soli di adempiere i compiti che ci sono richiesti. Abbiamo bisogno di assistenza angelica. Chiediamo aiuto e preghiere a voi che siete davanti al Santissimo, Onnipotente e Immortale Creatore di ogni cosa. Tutto questo lo chiediamo nel nome di Gesù Cristo, l’Agnello, che siede alla destra del Padre. Amen.

[Traduzione dall’inglese a cura di Valerio Evangelista]

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