È lo sguardo che vorrei avere sempre. Vedere l’aspetto positivo nel dolore. Vedere Dio nascosto nella mia croce. La luce in mezzo alla notte. La speranza tra i fallimenti.
Non voglio essere un cristiano triste, amareggiato, un giudice inflessibile. Voglio accettare il fatto che i cambiamenti sono lenti. Voglio amare chi è diverso. Chi non si inserisce nello schema. Voglio vivere senza giudicare, senza condannare. Ma quanto mi costa!
Voglio pensare che posso cambiare e migliorare e crescere a metà del mio cammino. Credo davvero che non tutto consista nell’entrare in un modello perfetto che ho disegnato in base a un ideale. Non lo so. Voglio essere più flessibile. Non vivere condannando e giudicando la vita, gli uomini. Non vivere escludendo, esigendo.
Voglio essere motivo di speranza e di gioia. Per non smettere di credere in quello che Dio può fare con la mia vita.
[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]