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Come festeggiare senza alcool per aiutare chi lotta con la dipendenza

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Wavebreakmedia/Shuttterstock

Joanne McPortland - pubblicato il 13/06/16

Tenere bibite analcoliche a portata di mano è una cortesia, ma la vera misericordia è offrire il vino della compagnia

26)Tieni a disposizione bevande alternative che non siano acqua per le volte in cui ti vengono a trovare persone che hanno avuto problemi con l’alcool.54 modi per essere misericordiosi durante l’Anno Giubilare della Misericordia Signore, abbi misericordia di un cattolico astemio.

Non intendo uno che si astiene dal mangiare carne o dall’espressione sessuale al di fuori del matrimonio sacramentale ­ anche se ovviamente le persone che si trovano in queste due situazioni potrebbero dover usare tutta la misericordia che possono ottenere, visto che il mondo non darà molta tregua alla loro disciplina.

No. In questo caso sto implorando la vostra misericordia, e quella di Dio, per il cattolico che ­ per motivi di salute fisica o mentale o per evitare situazioni di peccato troppo prossime ­ deve astenersi dal bere alcolici. Sono una delle persone a cui si applicano tutte queste ragioni, e che è rimasta sobria per il rotto della cuffia negli ultimi 3 anni e mezzo.

E non è facile essere una cattolica astemia. Pensateci. Non siamo musulmani o mormoni o battisti del Sud, la cui fede richiede di astenersi dall’alcool. Il vino, ricordatelo, per noi è sacramentale. E veniamo da culture profondamente radicate nelle benedizioni celebrative e familiari dell’uva, della birra, del whisky, del brandy. Santo cielo, abbiamo inventato lo champagne!

Celebre è il distico di Hilaire Belloc:

Laddove splende il sole cattolico

Ci sono musica, risate e buon vino rosso

Almeno ho sempre sentito dire così:

Benedicamos Domino!

Con questa tradizione (che, mi affretto a dire, non condona in alcun modo i mali personali e sociali dell’ubriachezza), riuscite a capire perché un cattolico astemio a una festa si potrebbe sentire un pesce fuor di… Chardonnay. Forse è l’empatia nei confronti di questa condizione che motiva il suggerimento di questa settimana per praticare la misericordia nell’Anno Giubilare: “Tieni a disposizione bevande alternative che non siano acqua per le volte in cui ti vengono a trovare persone che hanno avuto problemi con l’alcool”.

Approvo questo suggerimento (e mi accontento anche dell’acqua), ma quando l’ho letto per la prima volta ho titubato. Sarebbe sicuramente un atto di gentilezza tener conto della lotta per la sobrietà dei nostri ospiti, ma addirittura un atto di misericordia? Non è un po’ eccessivo?

E poi è arrivato papa Francesco. Mi piace moltissimo. È il dono di Dio alla nostra Chiesa, ne sono del tutto convinta. La scorsa settimana, nella sua catechesi del mercoledì sul matrimonio, parlando del miracolo delle nozze di Cana ha detto:

Nel contesto dell’Alleanza si comprende anche l’osservazione della Madonna: «Non hanno vino». Come è possibile celebrare le nozze e fare festa se manca quello che i profeti indicavano come un elemento tipico del banchetto messianico? L’acqua è necessaria per vivere, ma il vino esprime l’abbondanza del banchetto e la gioia della festa. È una festa di nozze nella quale manca il vino; i novelli sposi provano vergogna di questo. Ma immaginate voi finire una festa di nozze bevendo thé; sarebbe una vergogna. Il vino è necessario per la festa.

Ha ragione, ma ha toccato un tasto dolente in me. Ci sono alcuni di noi per i quali, almeno in questa vita, il matrimonio dev’essere festeggiato con tè o club soda, e questa realtà – il fatto che alcuni di noi siano chiamati a rinunciare a ciò che è “necessario per la festa” ­ è il motivo per il quale la sobrietà è così difficile. Posso affrontare la prospettiva di un futuro senza alcool, ma non posso farlo senza la socievolezza, la comunità, la gioia a cui è legato.

Sostituire l’acqua al vino non è misericordia se non ci prendiamo anche il tempo di invitare tra noi colui che sta cercando di rimanere sobrio, di aiutarlo a stringere e a sostenere i legami umani che l’alcool una volta ha sostituito o distrutto. Avere a portata bevande sostitutive per me può essere gentile, ma se non è accompagnato da un abbraccio, un ballo o una risata starò alla festa nel corpo ma in realtà sarò sola nello spirito, con il pianto e lo stridore di denti.

E allora rifornitevi di bottigliette d’acqua e fate un po’ di tè freddo, ma non trattenete musica e risate e il “buon vino rosso” del cameratismo, l’amore che è la vera “abbondanza del banchetto”. Benedicamus Domino!

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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