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Filippine, quando l’evangelizzazione passa attraverso il lavoro

Vatican Insider - pubblicato il 12/06/16

«Siamo felici di essere al servizio della gioventù e delle famiglie povere che vivono nelle zone rurali». Il laico salesiano Luigi Parolin è arrivato, come educatore, nelle Filippine nel 1960 e in questi anni non ha perso l’entusiasmo di servire il Vangelo. Nell’agosto del 2001, per venire incontro alle esigenze di un Paese povero ma mediamente molto giovane, è stato inaugurato il Centro formazione di agricoltura e meccanica agricola grazie anche al sostegno dell’Associazione Missioni Don Bosco onlus.  

«La scuola (o Centro) Don Bosco è una famiglia – spiega Parolin – dove ognuno compie il proprio dovere con serenità, amore e responsabilità. Questa è la nostra missione: annunciare Cristo, rafforzare e approfondire la fede nei giovani e nella gente, creando un ambiente sano, vivendo il Vangelo con il buon esempio e amando i giovani e la gente». Le comunità locali hanno apprezzato molto il fatto che i salesiani abbiano scelto di stabilire la Scuola in collina, là dove è più difficile (e più costosa), vista la durezza della terra, coltivare. La scelta si spiega con l’intenzione di poter aiutare la popolazione più povera ad essere autosufficiente per potersi permettere di comprare il riso. «L’abbiamo fatto perché amiamo i poveri, ma non ci siamo accontentati: abbiamo organizzato anche la sezione di meccanica agricola (non esisteva nelle regioni vicine). Le persone sanno che lo facciamo per amore». Se c’è una costante nelle scuole di Don Bosco è che al centro c’è l’insegnamento del Vangelo: «Vivere il Vangelo con la propria vita è già una forma di evangelizzazione, è già essere missionari». 

Il «Don Bosco Agro-Mechanical Technolgy Center di Legazpi» a circa 500 km a sud-est di Manila segue due programmi principali: l’addestramento professionale per i giovani e l’assistenza alle famiglie, cercando di migliorare le loro condizioni economico-sociali rendendo il loro terreno più produttivo. Se il primo aspetto è organizzato bene, il secondo è ancora nella fase iniziale. «Assistiamo gli agricoltori – conferma Luigi – nella preparazione della terra con il trattore; piantiamo granoturco e soia, offriamo loro il concime e la semente, l’assistenza tecnica e compriamo il raccolto. Cerchiamo di meccanizzare la produzione per rendere le colture più efficienti, diminuendo così le spese e rendendo il raccolto più competitivo sul mercato. E pratichiamo l’agricoltura biologica senza l’utilizzo di diserbanti». Tecnicamente la soia viene lavorata dal Centro Don Bosco e venduta, successivamente, alle ditte per gli allevamenti degli animali, mentre il lavoro con gli agricoltori viene organizzato dal Centro salesiano e implementato dalla Cooperativa Don Bosco.  

Per quanto riguarda la scuola, ogni anno vengono accolti 210 studenti. Sono giovani che hanno almeno 17 anni, hanno quindi completato le medie superiori e provengono principalmente dalle zone rurali. Si accede attraverso un esame che attesta le competenze e le motivazioni. Metà di questi trovano alloggio direttamente nel Centro o nelle famiglie che mettono a disposizione letti per gli studenti che ogni fine settimana tornano a casa. L’offerta formativa presenta tre corsi: agricoltura; meccanica agricola (corsi in saldatura elettrica, motori a un cilindro e motociclette, e macchine e attrezzature agricole; elettricità (corsi per l’impiantistica e la manutenzione dei condizionatori d’aria). 

Nelle Filippine i cattolici gestiscono buona parte delle scuole superiori e delle università, sono «realtà aperte a tutte le diverse confessioni religiose apprezzate per l’insegnamento offerto e per la promozione dei valori umani cristiani». C’è un buon dialogo tra religioni, anche se non si può tacere la presenza dell’integralismo islamico nell’isola di Mindanao: lì sono stati rapiti e uccisi molti missionari semplicemente «perché difendevano la gente povera. Non c’è in atto una persecuzione religiosa ma politica: sono gruppi armati che vogliono farsi valere per ottenere soldi e potere». Le scuole non sono sovvenzionate dallo Stato. Le famiglie più povere, pensando all’apprendistato lavorativo, spingono i giovani verso l’istruzione professionale. Basti pensare che l’ufficio collocamento è uno dei «servizi maggiori ed essenziali portati avanti dal Don Bosco. Questo ufficio mantiene contatti diretti con le aziende con le quali vengono stipulati i contratti di apprendistato. E il nostro personale segue mensilmente gli studenti sul posto di lavoro». 

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