E’ un Giubileo che, per dirla alla romana, si svolge alla chetichella, piano piano, senza clamore. Eppure va, e sempre meglio. A sette mesi dall’avvio dell’anno santo straordinario della Misericordia, i numeri parlano chiaro: più di 9 milioni e 100mila pellegrini sono arrivati a Roma in occasione dei vari eventi giubilari, e soprattutto con l’obiettivo di visitare le quattro basiliche maggiori della città e di oltrepassare le varie porte sante, compresa quella del Santuario del Divino Amore.
A darne notizia nei giorni scorsi è stato monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio consiglio per la nuova evangelizzazione. Il dato sul flusso dei pellegrini significa molte cose. Intanto che il messaggio di Francesco è stato ascoltato e accolto dai fedeli. Misericordia, spiegava Francesco nella bolla d’indizione del Giubileo straordinario dell’aprile 2015, “è la legge fondamentale che abita nel cuore di ogni persona quando guarda con occhi sinceri il fratello che incontra nel cammino della vita. Misericordia: è la via che unisce Dio e l’uomo, perché apre il cuore alla speranza di essere amati per sempre nonostante il limite del nostro peccato”. Ma se questo è un dato importante, pesavano su quest’anno santo diverse incognite che per brevità potremmo definire organizzative.
In primo luogo la paura degli attacchi terroristici. La cerimonia inaugurale del Giubileo, infatti, si è svolta l’otto dicembre del 2015, a meno di un mese dalla catena di attentati che aveva sconvolto Parigi il 13 novembre provocando 130 vittime e centinaia di feriti. Piazza San Pietro si riempì un po’ alla volta, e alla fine della mattinata 50 mila fedeli avevano superato i timori e assistito alla messa celebrata dal papa. E tuttavia il clima, in quei primi giorni, fu di tensione e paura, le misure di sicurezza strettissime, i controlli delle forze di sicurezza, i blindati della polizia intorno alle strade che circondano il Vaticano, mostravano quanto la preoccupazione fosse reale. La vigilanza ovviamente continua, meno invasiva e più discreta, ma il clima generale è profondamente cambiato: con la Primavera il flusso di fedeli ha ripreso a invadere via della Conciliazione. Certo non si può dimenticare che lo stato islamico aveva indicato San Pietro e il Papa come obiettivi da colpire, affermazioni forse destinate a ottenere soprattutto l’attenzione dei media, più propagandistiche che concrete, ma comunque da tenere ben presenti.
Va poi ricordato che l’anno santo della Misericordia, indetto da papa Francesco circa 9 mesi prima del suo inizio, è stato preparato in poco tempo e con il timore che la città finisse per non essere pronta all’evento. Anche perché Roma, proprio nel periodo precedente l’inizio del Giubileo, ha vissuto una crisi politica e istituzionale culminata nella caduta della giunta di Ignazio Marino e nell’arrivo del prefetto inviato dal governo, Francesco Paolo Tronca. In questa situazione i pochi interventi previsti per migliorare la viabilità e l’accoglienza, hanno subito nuovi ritardi dovuti anche ai tempi fisiologici delle procedure; in ogni caso si è trattato di non molti cantieri, alcuni dei quali hanno terminato in tempi rapidi i lavori più urgenti. Ma soprattutto lo stesso calendario giubilare del Vaticano prevede un numero limitato di grandi eventi a Roma, una novità rispetto al passato. Anche perché, come è noto, il Papa ha promosso l’apertura di porte sante in tutte le diocesi e in tutti i santuari del mondo, l’anno santo si è così moltiplicato a dismisura diventando globale, un Giubileo non solo romano ma forse soprattutto delle chiese locali, di ogni comunità.
Non mancano tuttavia gli appuntamenti di rilievo in programma per i prossimi mesi; da ultimo si è svolto il Giubileo degli ammalati, poi a giugno ci saranno anche due udienze cosiddette giubilari, cioè straordinarie, che si svolgono il sabato, in programma per il 18 e il 30 del mese. Questi appuntamenti sono stati ideati proprio per consentire ai fedeli di incontrare in piazza San Pietro il papa. Dal 2 al 4 settembre, poi, si svolgerà il Giubileo degli operatori e dei volontari della Misericordia, dal 22 al 25 settembre, avrà luogo il Giubileo dei catechisti, dal 7 al 9 ottobre il Giubileo mariano, il 6 novembre sarà la volta dei carcerati; in tutti questi casi ci sarà una celebrazione in piazza San Pietro. Il 13 novembre è prevista la chiusura delle porte sante a Roma e nel mondo. Ma non finisce qua: il 4 settembre, infatti, si svolgerà uno degli eventi più attesi di tutto l’anno santo, ovvero la canonizzazione di madre Teresa di Calcutta, beatificata da Giovanni Paolo II nel 1997. Certamente sarà quella una delle giornate ’clou’ del Giubileo dal punto di vista della partecipazione e dell’affluenza di pellegrini a Roma.