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Il Papa istituisce la festa di Maria Maddalena

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Vatican Insider - pubblicato il 10/06/16
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Per volere di Papa Francesco, la Congregazione del Culto con un decreto a firma del cardinale Robert Sarah ha elevato la memoria di santa Maria Maddalena al grado di festa. Il documento è datato 3 giugno, solennità del Sacro Cuore di Gesù. Una decisione, spiega il Segretario del dicastero, l’arcivescovo Arthur Roche, anch’egli firmatario del decreto, che «si iscrive nell’attuale contesto ecclesiale, che domanda di riflettere più profondamente sulla dignità della donna, la nuova evangelizzazione e la grandezza del mistero della misericordia divina».

Era stato Giovanni Paolo II, ricorda Roche, «a dedicare una grande attenzione non solo all’importanza delle donne nella missione stessa di Cristo e della Chiesa, ma anche, e con speciale risalto, alla peculiare funzione di Maria di Magdala quale prima testimone che vide il Risorto e prima messaggera che annunciò agli apostoli la risurrezione del Signore. Questa importanza prosegue oggi nella Chiesa – lo manifesta l’attuale impegno di una nuova evangelizzazione – che vuole accogliere, senza alcuna distinzione, uomini e donne di qualsiasi razza, popolo, lingua e nazione, per annunciare loro la buona notizia del Vangelo». Santa Maria Maddalena viene dunque presentata come un esempio di «vera e autentica evangelizzatrice», che annuncia «il gioioso messaggio centrale della Pasqua».

Il Papa ha preso questa decisione durante il Giubileo della Misericordia, spiega monsignor Roche, «per significare la rilevanza di questa donna che mostrò un grande amore a Cristo e fu da Cristo tanto amata». Maria di Magdala faceva parte del gruppo dei discepoli di Gesù, lo aveva seguito fino ai piedi della croce e, nel giardino in cui si trovava il sepolcro, era stata la prima testimone della resurrezione, «testis divinae misericordiae», come la definisce Gregorio Magno. Il Vangelo di Giovanni la descrive in lacrime, perché non aveva trovato il corpo del Signore nella tomba: «Gesù – spiega monsignor Roche – ebbe misericordia di lei facendosi riconoscere come Maestro e trasformando le sue lacrime in gioia pasquale».

«Cristo – continua l’arcivescovo – ha una speciale considerazione e misericordia per questa donna, che manifesta il suo amore verso di Lui, cercandolo nel giardino con angoscia e sofferenza», con quelle che sant’Anselmo definisce le «lacrime dell’umiltà». San Tommaso la definisce «apostola degli apostoli», perché è lei ad annunciare ai discepoli impauriti e rinchiusi nel cenacolo ciò che loro dovranno a loro volta annunciare a tutto il mondo.

«Perciò è giusto – conclude Roche – che la celebrazione liturgica di questa donna abbia il medesimo grado di festa dato alla celebrazione degli apostoli nel Calendario Romano Generale e che risalti la speciale missione di questa donna, che è esempio e modello per ogni donna nella Chiesa».

La tradizione, ha scritto il cardinale Gianfranco Ravasi, «ripetuta mille volte nella storia dell’arte e perdurante fino ai nostri giorni, ha fatto di Maria una prostituta. Questo è accaduto solo perché nella pagina evangelica precedente – il capitolo 7 di Luca – si narra la storia della conversione di un’anonima “peccatrice nota in quella città”, colei che aveva cosparso di olio profumato i piedi di Gesù, ospite in casa di un notabile fariseo, li aveva bagnati con le sue lacrime e li aveva asciugati coi suoi capelli. Si era così, senza nessun reale collegamento testuale, identificata Maria di Magdala con quella prostituta senza nome. Ora, questo stesso gesto di venerazione verrà ripetuto nei confronti di Gesù da un’altra Maria, la sorella di Marta e Lazzaro, in una diversa occasione (Giovanni 12, 1-8). E, così, si consumerà un ulteriore equivoco per Maria di Magdala: da alcune tradizioni popolari verrà identificata proprio con questa Maria di Betania, dopo essere stata confusa con la prostituta di Galilea».