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Correggere un fratello che sbaglia? 8 consigli per farlo in modo adeguato

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Catholic Link - pubblicato il 07/06/16

di Sebastian Campos

Dal momento che scrivo in pubblico e condivido riflessioni dalla mia esperienza nella pastorale per fare del bene agli altri, mi sento obbligato a compiere due esercizi che sono certo che anche tu, pur non scrivendo, devi fare frequentemente:

Analizzarmi in terza persona (come se fossi spettatore di ciò che faccio) per poter vedere come mi comporto di fronte alle diverse situazioni della vita e per fare dei paragoni con “come mi dovrei comportare”, soprattutto perché cerco di vivere quello che ogni settimana scrivo a voi che leggete i miei post.

Considerare i commenti che ricevo dopo aver scritto (da parte della redazione) e dopo aver pubblicato (da parte dei lettori). Di solito i più “gustosi” ed edificanti sono quelli in cui mi viene detto che il mio articolo è un completo disastro e che è tutto sbagliato.

Il fatto è che tendiamo ad avere una visione offuscata di noi stessi, come di mattina quando ci siamo appena svegliati. La correzione fraterna e la critica nell’amore sono modi per potersi guardare in modo chiaro.

Quando la persona con la quale stiamo parlando ha qualcosa nelle narici, o se ha la cerniera aperta, è inevitabile che proviamo a guardare dall’altra parte. In nessuno di questi due casi il nostro interlocutore è consapevole di ciò che gli altri vedono, e si vergognerebbero di certo se glielo dicessimo. Ma – se dovesse continuare a mostrarsi in pubblico in quel modo, esponendosi alle prese in giro – il male minore è di parlare loro in privato e con affetto.

Se ci vergogniamo di dire “Amico, ecco un fazzoletto, pulisciti il naso”, può essere persino più imbarazzante correggere con amore coloro che sbagliano. La correzione fraterna è tra le cose più complicate della nostra esperienza di fede, perché non sempre la facciamo in modo adeguato e spesso non la sappiamo accettare positivamente. Molti abbandonano il proprio gruppo e si inimicano i fratelli nella fede perché non sanno correggere in modo giusto, né sanno come ricevere la correzione.

Ecco perché vogliamo proporvi una lista con alcune idee importanti per imparare a correggere adeguatamente e a saper ricevere la correzione. Speriamo vi sia molto utile!


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A nessuno piace la correzione, ma è necessaria

Certo, ogni correzione, sul momento, non sembra causa di gioia, ma di tristezza; dopo però arreca un frutto di pace e di giustizia a quelli che per suo mezzo sono stati addestrati” (Ebrei 12:11).
Essere corretti mette a disagio, ma tutti ne abbiamo bisogno. Ricevete quindi queste parole con il cuore aperto e accettatele con speranza, perché sono certo che ciò che i vostri amici vogliono dirvi, seppur dolorose, daranno molto frutto.


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Ascolta il lato positivo

La maggior parte delle volte in cui mi viene detto “devo dirti qualcosa per il tuo bene” ho come la sensazione che non mi verrà detto nulla di positivo. Tuttavia, ciò di cui abbiamo più bisogno di ascoltare è in realtà l’ultima cosa che vogliamo sentirci dire. Se correggete qualcuno, fatelo cercando il bene dell’altro, non limitatevi alla riprensione; se siete stati corretti, concentratevi sul bene che vi si vuole fare, e non prendete quelle parole come una semplice critica.
Ci si aspetta sempre che le critiche siano costruttive, ma è difficile che una critica sia percepita come costruttiva quando siamo noi che la riceviamo. Aprite il vostro cuore per ascoltare il bene che è nelle intenzioni di chi vi parla.

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Se correggete, fatelo con amore. Questa è l’unica maniera per farlo in modo fraterno

Un servo del Signore non dev’essere litigioso, ma mite con tutti, atto a insegnare, paziente nelle offese subite, dolce nel riprendere gli oppositori, nella speranza che Dio voglia loro concedere di convertirsi, perché riconoscano la verità” (2 Timoteo 2, 24-25).
Se amate chi state correggendo, non pronuncerete parole dure o offensive. Ma se non volete bene alla persona con cui parlate, né provate per lei alcun affetto, probabilmente risulterete più pesanti di un treno a carbone. L’amore è un requisito essenziale per la correzione.


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Criticate la condotta sbagliata, non il vostro fratello

Se volete far vedere al vostro fratello che è irresponsabile perché spesso arriva in ritardo, di esattamente questo: che spesso è in ritardo. Ma se generalizzate o criticate tutta la sua persona, dicendo “sei un irresponsabile e arrivi sempre tardi”, allora non state criticando soltanto l’azione sbagliata, ma state mostrando disapprovazione per l’intera persona. Ricordate che i cristiani disprezzano il peccato, ma amano il peccatore. Fate attenzione e non mischiate le due cose.


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Castigo o penitenza?

Quando ho lavorato come insegnante sono stato responsabile della squadra di hockey femminile della scuola. Spesso le ragazze avevano uno scarso rendimento accademico o la loro condotta in classe non era delle più adeguate. I genitori le castigavano impedendo loro di fare sport o di seguire qualsiasi altra attività extra-curriculare. Ho sempre preso la parte di queste ragazze, perché è forse saggio privarle delle attività in cui imparano i valori, la disciplina, il senso del gruppo e il rispetto? La cosa più edificante è forse privarle di ciò che fa loro del bene? A volte, nelle nostre famiglie e nelle nostre comunità, le persone sbagliano e per punizione viene loro vietato ciò che le mantiene con i piedi per terra. Sarebbe meglio chiedere a chi sbaglia di offrire, con cuore sincero e pentito, il proprio tempo per aiutare e servire la comunità.

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Nel Vangelo di Matteo, Gesù ci insegna a correggere i nostri fratelli con amore:

Se il tuo fratello commette una colpa, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello” (Matteo 18:15).

Avere cura della dignità altrui è la cosa principale, perché prima di tutto la correzione è un atto di amore. Cerchiamo di evitare di correggere i nostri fratelli e le nostre sorelle in pubblico, soprattutto all’inizio, danneggiando così la loro immagine davanti agli altri.


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Se non ti ascolta, correggi insieme ad altre persone

“Se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni” (Matteo 18:16).
Spesso è necessario correggere portando con sé altre persone, ma cercate di non far sentire in trappola chi state correggendo, né di affrontarlo in modo violento. Mostrate invece la vostra preoccupazione, il vostro impegno e l’affetto che provate per quella persona. I “testimoni” di cui parla la Parola di Dio possono essere i genitori, altri amici, il partner o un esperto nel campo in cui c’è il problema.


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Cercate consiglio nella comunità

Se poi non ascolterà neppure costoro, dillo all’assemblea; e se non ascolterà neanche l’assemblea, sia per te come un pagano e un pubblicano” (Matteo 15:17).
Cercate aiuto nella comunità. Ma se il vostro amico vuole perseguire nella propria condotta errata, per quando difficile, vi sta comunicando di non voler essere aiutato. Non si vorrebbe mai raggiungere questo punto, perché è estremamente doloroso per tutti, ma ci sono casi in cui le mancanze sono gravi e il peccato non fa danno soltanto al peccatore, ma anche a coloro che lo circondano. In queste situazioni bisogna allontanare con affetto coloro che per propria personale volontà hanno intrapreso un cammino opposto al bene, alla retta via e all’amore fraterno. In realtà se qualcuno si comporta così si è già separato dalla sua comunità. Ma è chiaro che non si tratta di espellere chiunque commette errori; anzi, al contrario, siamo tutti fragili e dobbiamo perciò accoglierci e sostenerci a vicenda e prenderci cura l’uno dell’altro quando deviamo dalla retta via. Ma ci sono delle situazioni in cui un comportamento o un peccato in particolare sono in contrasto con la fede, con l’amore, con la comunità e con l’integrità delle persone. In questi casi, spetta a chi in autorità (e non a chiunque) discerne ciò che è giusto fare con il fratello in questione. Un esempio di questo è quando un Vescovo indica che una persona va allontanata dalla Comunione.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Valerio Evangelista]

QUI IL LINK ALL’ARTICOLO ORIGINALE

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