Un fan in paradiso. Nell’Aldilà Cassius Clay-Muhammad Ali ha qualcuno ad attenderlo. San Giovanni Paolo II era un grande ammiratore del pugile statunitense. Quando nei suoi soggiorni a Roma si trovava ospite in un convento di suore, il presule polacco si alzava di notte per seguire, su un piccolo televisore in cucina, gli incontri del campione.
Divenuto Papa, Karol Wojtyla ricevette in udienza Muhammad Ali che gli portò in dono i suoi guantoni da boxe. Per antica tradizione, i Pontefici non tengono per sé i regali e, al termine delle visite, li assegnano a un apposito ufficio della Santa Sede, la Floreria Apostolica Vaticana. In quell’occasione, Giovanni Paolo II fece un’eccezione e conservò personalmente il prezioso cimelio sportivo.
Riferisce il sito vaticano Il sismografo: «Le cronache e i testimoni dell’epoca a proposito dell’Udienza di s. Giovanni Paolo II , il 4 giugno 1982, al pugile statunitense Muhammad Ali deceduto poche ore fa a 74 anni, già allora una grande leggenda dello sport, ricordano che nonostante i tantissimi impegni del Pontefice (era invischiato con la mediazione nella controversia sul caso Malvine/Falkland ) cancellò parte della sua agenda per poter ricevere il pugile la cui richiesta di udienza era arrivata all’ultimo momento».
Infatti «per nulla al mondo mi perdo l’incontro con lo sportivo della mia vita» disse il Papa, parlando di quando, in Polonia, chiedeva le chiavi della sala del televisore per vedere i suoi incontri notte inoltrata. Nell’udienza di 34 anni fa di Ali con il Papa c’era anche la moglie di allora, signora Veronica Porsche, e i due si sono scambiati autografi, cosa che Papa Wojtyla faceva raramente.