Sono un anestetico naturale. Suscitano tenerezza ed empatia. Servono a non farci ammalare. E restano umane, troppo umane. Da Omero a Federica Mogherini, da Roland Barthes a Papa Francesco le lacrime rappresentano forse il mistero piu’ affascinante della nostra specie. Poiche’, dal primo vagito, l’uomo continua a essere l’unico essere vivente sulla Terra a piangere: un privilegio e, assieme, una condanna.
“Tutti presentano una lacrimazione che serve a proteggere l’occhio ma la lacrimazione come espressione delle emozioni non esiste tra gli animali”, conferma all’Agi Carlo Rondinini, docente di Conservazione della Fauna alla Facolta’ di Scienza matematiche, fisiche e naturali dell’Universita’ La Sapienza. Anche le famose lacrime del coccodrillosono un fenomeno puramente fisiologico: “il coccodrillo piange per espellere acido urico”, chiarisce l’esperto. “Alcuni animali ‘sociali’ presentano delle forme di espressione del dolore o del cordoglio. Ad esempio, gli elefanti si fermano a osservare e toccare gli altri elefanti morti nel branco. E il delfino continua a prendersi cura degli esemplari morti, come se non riuscisse a distaccarsi. Ma sono forme di espressione meno vistose del pianto”.