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Perché papa Francesco ha scelto la Polonia per la GMG 2016?

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Philip Kosloski - Aleteia - pubblicato il 31/05/16

Pensate alla “misericordia”, come alla Divina Misericordia, e ai grandi santi e martiri polacchi

Tre anni fa, papa Francesco ha annnunciato che la prossima Giornata Mondiale della Gioventù si sarebbe svolta a Cracovia, in Polonia. Per molti giovani è stato un momento di grande gioia, ma altri sono rimasti confusi: dov’è la Polonia? Che clima ha?

Ogni volta che il papa sceglie un posto perché ospiti la Giornata Mondiale della Gioventù (GMG), lo fa per sottolineare un tema specifico e per mettere in luce i santi di quel Paese. Quest’anno il tema della GMG si basa su un passo della Scrittura, “Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia” (Mt 5,7).

Non sorprende che il papa voglia attirare la nostra attenzione sulla misericordia in questo Anno Giubilare, e quale posto migliore per farlo della Polonia, che ci ha donato la devozione alla Divina Misericordia? Il Santo Padre ha scelto giustamente papa San Giovanni Paolo II e Santa Faustina Kowalska come patroni della GMG che si svolgerà a luglio.

Papa Francesco ha offerto un breve commento su questi due santi e sulla scelta di celebrare la GMG in Polonia nel suo Messaggio per questa edizione della Giornata.

“Cracovia, la città di San Giovanni Paolo II e di Santa Faustina Kowalska, ci aspetta con le braccia e il cuore aperti. Credo che la Divina Provvidenza ci abbia guidato a celebrare il Giubileo dei Giovani proprio lì, dove hanno vissuto questi due grandi apostoli della misericordia dei nostri tempi. Giovanni Paolo II ha intuito che questo era il tempo della misericordia. All’inizio del suo pontificato ha scritto l’Enciclica Dives in misericordia. Nell’Anno Santo del 2000 ha canonizzato suor Faustina, istituendo anche la Festa della Divina Misericordia, nella seconda domenica di Pasqua. E nel 2002 ha inaugurato personalmente a Cracovia il Santuario di Gesù Misericordioso, affidando il mondo alla Divina Misericordia e auspicando che questo messaggio giungesse a tutti gli abitanti della terra e ne riempisse i cuori di speranza: ‘Bisogna accendere questa scintilla della grazia di Dio. Bisogna trasmettere al mondo questo fuoco della misericordia. Nella misericordia di Dio il mondo troverà la pace, e l’uomo la felicità!’” “Carissimi giovani, Gesù misericordioso, ritratto nell’effigie venerata dal popolo di Dio nel santuario di Cracovia a Lui dedicato, vi aspetta”.

Molto è stato scritto su San Giovanni Paolo II e su Santa Faustina e sul loro esempio ispiratore di santità. Pochi di quelli che andranno in Polonia quest’estate conoscono però la storia e la cultura straordinarie che hanno modellato questi due santi. Non sono cresciuti in un vacuum, ma sono stati formati fin dalla tenera età dalla loro cultura polacca.

Nel suo primo viaggio in Polonia dopo essere stato eletto papa, Giovanni Paolo II ha esortato i giovani a tener viva la loro eredità, dicendo che “la cultura polacca sin dai suoi inizi porta segni cristiani ben chiari… L’ispirazione cristiana non cessa d’essere la sorgente principale della creatività degli artisti polacchi. La cultura polacca scorre sempre con una larga corrente di ispirazioni, che hanno la loro sorgente nel Vangelo. Ciò contribuisce anche al carattere profondamente umanistico di questa cultura. Ciò la rende così profondamente e autenticamente umana”.

“Vi rivolge queste parole un uomo che deve la propria formazione spirituale, sin dagli inizi, alla cultura polacca, alla sua letteratura, alla sua musica, alle arti classiche, al teatro, alla storia polacca, alle tradizioni cristiane polacche, alle scuole polacche, alle università polacche”. “Parlando in questo modo a voi giovani, quest’uomo desidera soprattutto pagare il debito contratto verso questa meravigliosa eredità spirituale”. “Rimanete fedeli a questo patrimonio! Fate che sia il fondamento della vostra formazione! Rendetelo oggetto della vostra nobile fierezza! Conservate e moltiplicate questo patrimonio; trasmettetelo alle future generazioni”.

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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