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Spiritualità
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Non è una questione di sopportare, ma di fare tutto nuovo

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© jill111

padre Carlos Padilla - pubblicato il 31/05/16

A volte mi spaventa l'abisso dell'eterno, ma riesco ad affrontare l'oggi

A volte mi stanco e lascio tutto per il giorno dopo. O cerco la mia comodità, la mia grotta nella quale mi nascondo. O mi spaventa pensare a una generosità senza misura, sempre, tutti i giorni, aperta a tutti.

Diceva padre Josef Kentenich: “Oggi Cristo vuole morire in me. Oggi. Non domani. Una delle più grandi tentazioni del demonio: vivere tutta una vita in modo così sublime e con una tale profondità religiosa e morale? Chi può resistere a una cosa del genere? La risposta è: Oggi, solo oggi! Ho questa responsabilità solo per 24 ore. Di Eucaristia in Eucaristia. Le grazie di cui ho bisogno per scendere oggi nell’arena della mia vita le ricevo ogni mattina nella Santa Messa”.

Oggi posso spezzarmi, morire un po’, morire completamente. Oggi, mi chiede solo di farlo oggi. Questo mi dà pace. Un giorno è possibile. E domani di nuovo la richiesta. Domani, un altro giorno. E poi ogni giorno ricevo la forza per spezzarmi, per morire un po’ di più. Ogni giorno ricevo più forza. Ma solo per quel giorno.

Credo che la fedeltà si costruisca così, giorno dopo giorno. Sogno il sempre. Vivo nel presente. Ricevo la forza per smettere di pensare a me e a ciò di cui ho bisogno. Per smettere di guardare il mio dito, il mio ombelico, le mie paure, le mie ansie. Un giorno. Solo un giorno per donare la vita completamente, senza paura.

Mi commuove pensare a quell’amore di Dio che si coniuga solo al presente. Mi ama oggi. Interamente. In modo totale. Mi ama in questo momento in cui mi volgo alla sua croce. È l’amore presente di Gesù al mio fianco. Il viatico per vivere le ore della mia giornata. Le ore del mio presente.

A volte mi fa paura l’abisso dell’eterno. Quel “sempre” senza data di ritorno. Quel presente continuo che si effonde in un futuro incerto. Mi spaventa. E allora torno a notare la presenza di Gesù oggi.Per oggi. Per le prossime ore. La paura scompare. Oggi riesco. L’oggi è possibile.

Sul cammino di Santiago, in cui la meta finale è chiara, quello che permette di camminare un altro giorno è sapere quanto dista il paese seguente, l’ostello successivo. Non conta il nome o l’importanza. Ciò che conta è sapere quanti chilometri mi mancano per raggiungere la prossima tappa. Cinque, sette, dieci. È possibile. Andare avanti è possibile.

Poi conterò, guardando indietro, quanto ho fatto, e festeggerò con gioia il cammino percorso, gli anniversari celebrati. Ma mi concentro sull’oggi, sui chilometri di oggi, sulla mia vita spezzata oggi. Con rinunce, sacrifici e allegrie. Oggi. Solo oggi. Questo mi salva.

Quando accompagno una coppia che festeggia le nozze d’oro mi commuove sempre pensare a tanti giorni in cui il cuore si è spezzato. Tanti giorni di fedeltà, uno dopo l’altro, chilometri e chilometri. Tante ore di amore spezzato. Questa fedeltà costante è un miracolo.

Ogni giorno mi impegno nuovamente a creare una vita secondo Cristo. A creare ore sante, una dedizione santa. Ad essere creativo in un amore che si realizza di nuovo ogni mattina. La forza creatrice della mia vita. Mi impegno di nuovo ad amare fino al profondo dell’anima in modo creativo. Mi impegno a prendermi cura del cammino che Dio mi ha donato. Ora e sempre.

Non mi limito a sopportare quello che devo vivere.L’amore che Dio mi chiede va molto al di là, più lontano, crea vita. Mi impegno ad essere fedele in modo creativo. Facendo tutto nuovo, ogni giorno nuovo. Dal più profondo della mia vita.

La fedeltà si gioca qui e ora. In mezzo al mio cammino, Dio mi esorta ad essere fedele, a donarmi completamente. A non conservarmi con egoismo pensando al futuro. Vuole che il mio amore si doni senza riserve. Qui e ora.

In ogni Eucaristia Gesù mi insegna a spezzarmi, a darmi, ad essere per altri pane spezzato. Ad arrivare a tutti con la mia vita limitata, rotta, ferita. Mi emoziona pensare alla fiducia che Gesù ripone in me. Crede nella mia fedeltà. Crede nel mio sì ripetuto ogni mattina.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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