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5 risposte cristiane agli atei caparbiamente ignoranti o arroganti

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Suor Theresa Aleteia Noble - pubblicato il 31/05/16

Come rispondere da cristiani quando in realtà si vorrebbe solo alzare gli occhi

Di recente ho postato sulla mia pagina Facebook un video di alcune splendide creature delle profondità marine, tra le quali una meravigliosa medusa. Ho espresso il mio stupore per il fatto che la gente possa guardare queste creature e non credere a un Dio creatore. Apparentemente, visto che il video era “di tendenza”, il mio post è stato letto da ben più persone del solito, e molti non credenti si sono affrettati a informarmi che l’evoluzione è reale e che il mio commento mostrava un sorprendente grado di ignoranza a livello scientifico.

Visto che mi piace sbattere la testa contro i muri, ho informato molti dei commentatori che per un cristiano è possibile sia credere a un Dio che ha creato strane creature delle profondità marine sia che lo abbia fatto attraverso il processo dell’evoluzione. Nessuno è sembrato capire questo punto fondamentale. Ho cercato più volte di disilludere i commentatori riguardo alla nozione stereotipata del cristianesimo come antiscientifico, ma ben pochi sembravano essere quantomeno consapevoli di alcune delle idee fondamentali del cristianesimo, o del fatto che la religione non è un monolito. L’ignoranza (e arroganza) mostrata da questi atei mi ha lasciata sbalordita, ed ero io stessa un’atea!

Ad ogni modo, come vi può dire la maggior parte della gente che si confronta con gli atei on-line, non è un episodio isolato. In base alle mie interazioni con gli atei sul mio blog, sembra evidente che molte persone hanno idee incomplete e in alcuni casi del tutto sbagliate sul cristianesimo. Sembra che molti atei si sforzino di essere intelligenti, logici e razionali quando si parla di tutto tranne che del cristianesimo, nel qual caso sono del tutto accettabili le nozioni di Dio e della fede apprese alla scuola elementare.

Per essere chiari, da ex atea con molti amici che ancora lo sono, so che gli atei on-line non rappresentano tutti loro (come alcuni cattolici amareggiati e arrabbiati on-line non rappresentano tutti i cattolici), ma autori come Dawkins hanno fatto del disprezzo l’atteggiamento tipico di molti atei, e questo approccio sprezzante ha abbassato lo standard intellettuale al punto che al giorno d’oggi affermazioni del tipo “Prova che il tuo amico immaginario del cielo esiste davvero” sono spesso il meglio che molti atei sembrano capaci di offrire nei commenti su Internet.

E allora cosa dovrebbe fare un cristiano per rispondere all’ignoranza e all’arroganza che prevalgono tra alcuni atei on-line?

  1. Conoscere le risposte di base agli attacchi più comuni: ho notato un repertorio molto limitato di critiche da parte della maggior parte degli atei, per cui non c’è ragione di essere intimiditi. Nonostante questo, i cristiani dovrebbero cercare di essere abbastanza informati da poter affrontare, se possibile, interazioni rispettose. Il libro di Trent Horn Answering Atheism è uno dei testi più completi e accessibili che abbia visto che prepara i cattolici a rispondere agli atei. Il sito web Strange Notions ospita un dialogo di alto livello tra atei e teisti, e si può imparare molto dagli articoli e da alcune conversazioni della sezione dedicata ai commenti.
  2. Evitare di rispondere con arroganza, disdegno o l’equivalente verbale dell’alzare gli occhi, anche se può essere difficile. Quando qualcuno ci parla, è davvero difficile non rispondere a tono, ma se una persona non può dialogare on-line con il rispetto basilare, può non essere il momento giusto per affrontare questi argomenti con quella persona, e lo potete dire in modo calmo e maturo.
  3. Attenzione alle persone con cui interagite: alcuni atei cercano davvero una conversazione reale, ma molti di quelli che ho incontrato on-line sono così amareggiati e arrabbiati che è impossibile andare oltre le emozioni e avere una conversazione logica. Fate attenzione. Se sapete quando è il momento di abbandonare il campo siete a metà della battaglia.
  4. Non vi assumete sempre l’onere della prova. La maggior parte degli atei con cui ho conversato on-line mi chiedono di dimostrare che Dio esiste o di risolvere da sola il problema della sofferenza per loro. I cristiani non hanno l’onere della prova in queste conversazioni. Se un ateo sta cercando di convincervi che state sbagliando, l’onere della prova spetta a lui. Gli atei agiscono spesso come se l’opposto fosse vero perché è il modo dell’uomo pigro di intimidire le persone per porre fine a una discussione prima ancora che inizi. Non gettate la spugna.
  5. Chiedete l’ispirazione dello Spirito Santo. Prima di interagire con degli atei on-line, o con chiunque su questo argomento, cercate di chiedere allo Spirito Santo che vi aiuti a discernere come rispondere e cosa dire. Lo Spirito Santo ci aiuta ad affrontare le discussioni quando ne vale la pena e a lasciarci indietro le interazioni non sane e tossiche. Lo Spirito Santo ci può anche aiutare ad agire imitando Cristo in queste situazioni perché abbiamo il potere dei sacramenti che dovrebbe nutrire la nostra carità. È uno scandalo quando la carità dei cristiani manca più di quella degli atei che non hanno necessariamente il beneficio del potere straordinario dei sacramenti.

Qualche altra idea? Condividetela nella sezione dedicata ai commenti!

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

Tags:
ateismo
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