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“Capovilla ha tenuto viva l’eredità di Papa Roncalli con ogni forma popolare e culturale”

Mons. Loris Francesco Capovilla – it

CATHOLICPRESSPHOTO

<span class="standardtextnolink">Mons. Loris Francesco Capovilla</span> <span class="standardtextlabel">Creation Date:</span> <span class="standardtextnolink">01/16/2014</span>

Vatican Insider - pubblicato il 26/05/16

Pubblichiamo un ricordo di monsignor Malnati sul Cardinale - morto oggi all’età di 100 anni - che fu Segretario di san Giovanni XXIII

di Monsignor Ettore Malnati

Ha concluso la sua lunga e operosa giornata terrena il cardinale Loris Capovilla, segretario di Giovanni XXIII, il papa del Concilio Vaticano II, rete veneziano scelto da Roncalli quale collaboratore fino alla sua morte avvenuta il 3 giugno 1963.

Capovilla fu nominato arcivescovo di Chieti e poi delegato pontificio di Loreto da papa Paolo VI.

Tenne viva l’eredità di Papa Giovanni non solo con la pubblicazione degli scritti spirituali e delle relazioni epistolari, ma anche con ogni altra forma popolare e culturale su quella primavera della Chiesa che ebbe in Giovanni XXIII un propulsore.

Don Primo Mazzolari ebbe a dire che con Papa Giovanni a Roma c’era un cuore. Il mondo lo percepì.

Capovilla ha dedicato tutta la sua esistenza nello stile di Papa Roncalli a tener vivo il dialogo con la grande tradizione religiosa dell’ebraismo; con la comunità di Taizè alla quale fece dono del breviario di Papa Giovanni che, io lo posso testimoniare, è tenuto nella cella che fu di fratel Schutz;con le varie Chiese ortodosse. Il patriarca Bartolomeo lo incontrò personalmente a Sotto il Monte. Tenne contatti epistolari con uomini di cultura, giornalisti, uomini politici, come Gorbačëv, operai, giovani, imprenditori, missionari, sacerdoti e persone di ogni credo e anche non credenti.

Capovilla ha sempre lasciato la porta di Cà Maitino e del suo cuore aperta a tutti, meno che agli arroganti di turno. Il suo telefono squillava a ogni piè sospinto. Vi era sempre una buona parola e soprattutto pensieri di coerenza e di stigmatizzazione verso qualsiasi radicalismo.

Amò la città, la spiritualità e la laicità di Trieste, crocevia di religioni e di culture.

Ebbe la gioia di vedere Giovanni XXIII alla gloria degli altari.

Fui accanto a Lui a Roma per la beatificazione di Papa Roncalli. Ebbi da Lui molte confidenze sulla necessità di un «aggiornamento», come lo chiamava papa Giovanni XXIII, della Chiesa e del modo di ascoltare e di essere nel mondo.

L’elezione di Papa Bergoglio ha portato il sole nei suoi pensieri e nelle sue speranze.

* Vicario episcopale per il laicato e la cultura – Diocesi di Trieste

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