«A quanti sono radunati a Lipsia e a tutti fedeli in Germania formulo l’auspicio che diano sempre più spazio nella vita alla voce dei poveri e degli oppressi». Lo afferma il Papa nel video-messaggio inviato ai cattolici laici tedeschi del Katholikentag. La «Giornata dei cattolici tedeschi» si svolge ogni due anni e quest’anno a Lipsia, dedicato al tema Seht, da ist der Mensch («Ecco l’uomo»), raggiunge la sua centesima edizione.
«Tante volte incontriamo nella società l’uomo maltrattato. Vediamo come altri giudicano il valore della sua vita e lo sollecitano, nella vecchiaia e nella malattia, a morire presto. Vediamo come gli uomini vengano compromessi, sbattuti qua e là e privati della propria dignità, perché non hanno lavoro o sono profughi. Vediamo qui Gesù sofferente e martoriato, che posa lo sguardo sulla malvagità e sulla brutalità in tutta la loro dimensione, che gli uomini subiscono o fanno subire l’uno all’altro in questo mondo», afferma Papa Francesco in tedesco. «A quanti sono radunati a Lipsia e a tutti fedeli in Germania formulo l’auspicio che diano sempre più spazio nella vita alla voce dei poveri e degli oppressi».
«Sono lieto che siate convenuti così numerosi», afferma Francesco. «Voi volete mostrare agli uomini e alle donne a Lipsia e in tutta la Germania, che vivete la gioia del Vangelo. Avete buoni rapporti con i cristiani delle altre confessioni e date un’autentica testimonianza di Cristo con il vostro impegno concreto a favore dei più deboli e bisognosi. “Ecco l’uomo!”. Vi siete radunati sotto questo motto. Questo mostra in modo molto bello ciò che conta. Non è il fare o il successo esteriore che conta, ma la capacità dì fermarsi, di volgere lo sguardo, di essere attenti verso l’altro e di offrirgli quello che gli manca veramente. Ogni persona umana desidera la comunione e la pace. Ha bisogno di una convivenza pacifica. Ma ciò può crescere solo quando costruiamo anche la pace interiore nel nostro cuore. Molte persone vivono in una fretta costante. Così tendono a travolgere tutto ciò che hanno intorno a sé. Questo incide anche sul modo in cui si tratta l’ambiente. Si tratta di concedersi più tempo per recuperare la serena armonia con il mondo, con il creato, ma anche con il Creatore. Cerchiamo nella contemplazione, nella preghiera di raggiungere sempre più familiarità con Dio. E pian piano scopriamo che il Padre celeste desidera il nostro bene, Egli vuole vederci felici, colmi di gioia e sereni. È questa familiarità con Dio che anima pure la nostra misericordia. Come ama il Padre così amano i figli. Come è misericordioso Lui, così anche noi siamo chiamati ad essere misericordiosi, gli uni verso gli altri. Lasciamoci toccare dalla misericordia di Dio anche con una buona confessione, per diventare sempre più misericordiosi come il Padre. Ecco l’uomo!».
«Sostenetevi a vicenda nella condivisione di esperienze e idee su come portare la Buona Notizia di Cristo agli uomini», conclude il Papa. «Imploriamo il Consolatore divino, lo Spirito Santo, affinché ci dia il coraggio e la forza per essere testimoni di quella speranza, che è Dio per l’umanità intera. E, per favore, pregate anche per me. A voi tutti, che contribuite e partecipate a questa festa della fede, della gioia e della speranza, di cuore imparto la Benedizione Apostolica».