Il ministero israeliano dell’Istruzione «non ha tenuto fede all’accordo» e non ha versato alle scuole cristiane di Terra Santa la somma concordata a suo tempo. Avevano promesso «50 milioni di shekel per quest’anno», ma finora «niente è stato onorato» e «siamo ormai a fine anno scolastico». Lo afferma monsignor Giacinto-Boulos Marcuzzo, vicario patriarcale di Gerusalemme ad AsiaNews sottolineando che «è evidente il rischio di chiusura».
Nel settembre scorso le scuole cristiane avevano protestato con un lungo sciopero che aveva causato uno slittamento dell’inizio dell’anno scolastico; dopo una trattativa il governo si era impegnato a stanziare dei fondi, 50 milioni di shekel (circa 12 milioni di euro), «a fronte di un budget per le scuole in Israele di 11,5 miliardi» di shekel. I 47 istituti cristiani accolgono circa 33mila alunni cristiani, musulmani, drusi ed ebrei da tutto il Paese.
Dal governo «non è emersa nessuna proposta nuova» e questo, riferisce il prelato, «ci ha messo in allarme. Per questo, aggiunge, «vogliamo lanciare una campagna di informazione e di mobilitazione nazionale e internazionale. Abbiamo scritto alle ambasciate in Israele, alla Segreteria di Stato in Vaticano, vogliamo che Israele risponda di questa mancanza. È un fatto gravissimo».